IdeeUna recente iniziativa del Ministero dell’istruzione e del merito è l’avvio del tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo
Bullismo e, soprattutto, cyberbullismo. Se ne parla di continuo, a testimonianza di come si tratti di nodi sensibili, di tematiche che coinvolgono in maniera importante i più giovani, le loro famiglie, la scuola.
Il filo rosso che tiene insieme le discussioni è quello dell’educazione e della crescita umana, armoniosa, delle ragazze e dei ragazzi di oggi, immersi in un contesto sociale e culturale sempre più difficile da affrontare. Non tanto perché presenti conflitti più drammatici o cupi rispetto ad altri periodi della storia, quanto piuttosto perché estremamente fluido e interconnesso, dove i confini e le differenze si perdono, mancano talvolta i punti di riferimento, si annega in un mare di possibilità offerte dalla rivoluzione digitale, ci si affanna per stare dietro ad un tempo che corre come non mai.
E’ evidente che in questa situazione il compito educativo si complica. E se vogliamo aggiungere benzina sul fuoco dobbiamo ricordare come oggi sia sempre più sfilacciata la filiera delle agenzie che hanno a cuore l’educazione: un esempio su tutti è quello dei rapporti tra scuola e famiglia, forse mai come oggi così problematici.
Se questo è il contesto, non stupisce che le tensioni e le difficoltà dei più giovani sfocino talvolta, spesso, in atteggiamenti che riflettono il mondo in cui viviamo, dove in molti casi vale la legge del più forte, dove conta farsi vedere ed affermarsi ad ogni costo, dove il “bullismo” è addirittura un atteggiamento sposato da alcuni personaggi pubblici e da élite politiche. Tutto questo amplificato dalle incredibili possibilità offerte da smartphone, social e dal digitale in generale.
Naturalmente non si scopre l’acqua calda. E da tempo ci si interroga – e si opera – sulle modalità migliori per arginare fenomeni a rischio. Associazioni, scuole e istituzioni si muovono anche se le loro “armi” sembrano talvolta inadeguate e impotenti di fronte alla complessità che devono affrontare.
Una recente iniziativa del Ministero dell’istruzione e del merito è l’avvio del tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo. “Il tavolo – spiega una nota di Viale Trastevere – riunisce rappresentanti delle istituzioni centrali, esperti in psicologia, pedagogia e comunicazione digitale, oltre a membri di associazioni impegnate sul tema e rappresentanti delle Consulte studentesche e delle associazioni dei genitori. L’obiettivo è sviluppare strategie efficaci per la stesura del Piano di azione integrato e per l’attuazione di misure concrete di prevenzione e monitoraggio del fenomeno”. E lo stesso ministro Valditara sottolinea l’’impegno “a promuovere la cultura del rispetto tra i giovani per tutelare la dignità di ogni persona nonché la salute psicologica delle studentesse e degli studenti”. Impegno cui concorre l’avvio del tavolo.
Bene l’iniziativa, che non nasce dal niente né in modo estemporaneo. Però resta l’impressione che le forze a disposizione siano sproporzionate all’impresa. Una ricerca recentissima, ad esempio, sottolinea come l’uso precoce di smartphone e social influenza negativamente sugli apprendimenti scolastici. E di chi è la responsabilità per questo uso? Sempre dai dati raccolti emerge che oltre il 50% dei ragazzi utilizza spesso o sempre lo smartphone appena sveglio e il 22% lo consulta anche durante la notte. Il 51% lo ha poi tra le mani durante i pasti in famiglia.
Bastano queste pochissime indicazioni per restituire un quadro complesso e una matassa difficile da dipanare. Bullismo e cyberbullismo sono punte – inquietanti – di un iceberg: bisogna intervenire sulla massa sommersa.
