Università e Cuamm assieme. Un progetto per sconfiggere l’epatite in Burkina Faso

È partito ufficialmente lunedì 5 maggio, presso il Centro ospedaliero universitario di Bogodogo a Ouagadougou, il nuovo progetto triennale (2025–2028) promosso dall’Università di Padova per combattere le epatiti virali B e C in Burkina Faso. L’iniziativa, finanziata con 3 milioni di euro dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, tramite l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, si inserisce nel quadro degli obiettivi di copertura sanitaria universale promossi dall’Oms.

Redazione

Il progetto mira a migliorare diagnosi e trattamento delle epatiti in un Paese dove la forma B colpisce circa il 10 per cento della popolazione, con un impatto drammatico soprattutto su donne in gravidanza e neonati, a causa del rischio di trasmissione verticale del virus. Senza un intervento tempestivo, l’epatite può evolvere in patologie gravi come cirrosi o carcinoma epatocellulare. Coordinato dal Dipartimento di scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell’Atene, diretto dal docente Umberto Cillo, con il supporto di esperti come la docente Patrizia Burra e il prof. Francesco Paolo Russo, responsabile scientifico del progetto, l’intervento coinvolge anche l’Istituto superiore di sanità, Medici con l’Africa Cuamm, il Ministero della Salute del Burkina Faso e la stessa Oms. Tra gli obiettivi operativi: diagnosi e cura di circa tremila donne in gravidanza e bambini, formazione in presenza e da remoto del personale sanitario locale, fornitura di test, farmaci e apparecchiature mediche, sviluppo di software per la gestione dei pazienti cronici e aggiornamento dei protocolli clinici. L’approccio integrato mira a rafforzare le capacità del sistema sanitario locale. «Per noi questo è un po’ un ritorno – racconta Giovanni Putoto, responsabile Programmazione e ricerca operativa Cuamm – Il Cuamm ha lavorato in Burkina Faso circa dieci anni, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta e oggi che il Paese affronta un periodo di forte instabilità interna, ci riaffacciamo con un intervento specifico. Il progetto sulle epatiti ci porta ancora una volta vicino ai più fragili, soprattutto alle mamme e ai bambini che da sempre sono al centro del nostro lavoro».

Link copiato negli appunti

Fatti

Università e Cuamm assieme. Un progetto per sconfiggere l’epatite in Burkina Faso

Ultimi articoli della categoria

Sudan. La forza di rialzare la testa, nei luoghi lontani dal potere

Il patrimonio archeologico ha una nuova vita

Inondazioni nel Sud est asiatico. Pedron (Caritas italiana): “Eventi sempre più estremi. Servono fondi subito”