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martedì 23 Dicembre 2025

Uno sguardo al nuovo anno. Quello sforzo tenace aperto e fiducioso nel futuro

Dino Scantamburlo Camposampiero

A Natale e a fine anno sorgono spontanee due domande: che cosa è cambiato quest’anno? Che cosa abbiamo da trasmettere ai bambini e ai ragazzi? Sta cambiando il mondo. Oggi valgono due risorse: la forza e il denaro. La forza militare, del riarmo, dei Ministri della guerra. È spaventoso, ma una guerra mondiale torna a essere un’ipotesi possibile! E conta il denaro: personale, della grande industria e della finanza, delle big tech mondiali di altissima tecnologia (quelle che possono imprigionare e orientare cervelli e coscienze). Chi detiene forza e denaro conta. Gli altri nulla valgono e dovranno dipendere.
I primi ci dicono: non esiste la verità, una, assoluta, neppure la verità dei fatti. Pertanto chi conta può avvalersi di menzogne (fino al punto in cui l’aggressore diviene l’aggredito), di revisionismi storici e può riuscire a farli accettare come assiomi. La cultura e la pratica della divisione, finanche dell’odio contro chi vi si oppone, è proclamata necessaria; la politica può essere anche esercizio predatorio-commerciale ad altissimo livello; il processo di integrazione europea non vale più, anzi è bene smantellarlo; non prevale il diritto, valido per tutti alla pari perché basato su dignità e uguaglianza di ogni essere umano, che porta al rispetto del diverso, del disagiato; messa da parte la solidarietà, ognuno pensi alla sua convenienza, al suo interesse, al suo vantaggio, criteri a cui devono ispirarsi le azioni dei governi e delle persone.
Dovremo formare i nostri bambini e ragazzi a un mondo fatto così?
Come ha suggerito nel suo intervento a Camposampiero, Andrea De Domenico, funzionario Onu a Gaza e ora a Kiev, a noi non rimane che lo sforzo, tenace – tutto controcorrente – di dare vita a una scommessa aperta e fiduciosa sul futuro, a cominciare dai genitori che divengano convincenti esempi di vita verso i figli che devono educare, dalla scuola che decida di educare, non solo di istruire, dalla ricchezza del mondo associativo che sviluppi l’amicizia sociale e la cooperazione solidale, dai nostri governanti che riacquistino finalmente la forza di elevarsi dall’impressionante mediocrità attuale.
Non temiamo di restituire spazio e voce ai nobili ideali umani e a quei valori cristiani ispiratori enunciati dal Natale, che hanno pervaso la cultura e la vita del tempo trascorso. La mitezza nella condotta privata e pubblica, il rispetto della verità qualunque essa sia, la ricerca del vero bene comune nel servizio politico, la riaffermazione del diritto e della legalità sempre e comunque, la prossimità solidale, lo straordinario provvidenziale processo di integrazione europea, il valore della democrazia, il no alla rassegnazione e l’apertura alla speranza umana e cristiana si confermano i cardini della costruzione della pace, il bene sommo oggi messo a rischio, ma che a ogni costo nel 2026 sentiamo il dovere di salvaguardare.
Se ne saremo convinti e coraggiosi, porremo semi nel terreno dei giorni futuri che produrranno frutti fecondi per noi e per i nostri figli. Diversamente, il futuro prossimo sarà inquietante per tutti.

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