Chiesa
Roma ha risposto con una grande partecipazione alla veglia di preghiera “Pace per Gaza”, svoltasi ieri sera nella basilica di Santa Maria in Trastevere, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio insieme a numerose realtà ecclesiali e associative: Acli, Agesci, Auxilium, Azione cattolica italiana, Comunione e Liberazione, Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento cristiano dei lavoratori, Movimento dei Focolari, Movimento politico per l’unità, Ofs (Ordine Francescano Secolare), Rinnovamento nello Spirito Santo.
A presiedere la preghiera il card. Gualtiero Bassetti, già presidente della Cei, che ha accolto l’invito di Sant’Egidio a guidare un momento di raccoglimento e intercessione per la pace nella martoriata Striscia. Un popolo in preghiera che, come ha sottolineato il card. Bassetti, ha scelto di mettersi dalla parte della pace: “Carissimi, questa chiesa è grande ed è molto bella, ma è talmente gremita di popolo che sembra addirittura una piccola cappella – ha dichiarato, aggiungendo –
la nostra vocazione a essere operatori di pace chiama tutto il nostro essere all’agire”.
Parole che risuonano come un appello a non rassegnarsi alla spirale di violenza. “Operare per la pace non è mai un’operazione astratta, ma molto concreta”, ha aggiunto il cardinale. “Non preghiamo genericamente per la pace, ma in maniera speciale per la pace nella striscia di Gaza. Non ignoriamo le altre terribili guerre e gli altri luoghi dove il diritto internazionale e il diritto umanitario sono violati, che purtroppo sono tanti”. Il porporato ha voluto insistere sulla responsabilità delle scelte politiche e militari che alimentano i conflitti:
“La guerra non è mai una disdetta che capita a caso, è decisa ed è voluta. Dobbiamo acquisire la consapevolezza che queste scelte possono e devono essere rovesciate. La violenza può e deve essere fermata.
Ottenere a Gaza il cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, la soluzione diplomatica negoziata, il rispetto integrale del diritto umanitario internazionale, significa ridare slancio a processi per la soluzione negoziata di tutti i conflitti”. Il cardinale ha poi ricordato le parole di Papa Leone XIV, che invita a non dimenticare la sofferenza del popolo palestinese:
“Tutte e tutti siamo interpellati dall’obbligo di coscienza di non tradire mai la nostra umanità.
Siamo, come ha detto il Papa, al cospetto dell’intera storia umana, perché ogni persona ha sempre una dignità inviolabile da rispettare e da custodire”. Nel suo intervento, Bassetti ha sottolineato la necessità di una mobilitazione culturale e politica:
“Non chi vince la guerra, ma solo chi vince la pace può costruire la pace,
bene fragile custodito dalla solidarietà e dalla giustizia. E noi cristiani dobbiamo gridarlo dal profondo del cuore. I popoli non si fanno ingannare a lungo. La pace è azione popolare, perché corrisponde ai loro desideri profondi”. E ha concluso con parole di speranza:
“Ripeto, nonostante tutto, la speranza non arretra. Beati anche noi, se operiamo la pace”.
Dalla Terra Santa è giunto il videomessaggio del patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, che ha condiviso il dolore per la violenza in corso ma anche la fiducia in chi continua a resistere al male con la forza mite del bene: “Beati i miti, perché erediteranno la terra. E in questi mesi di grande dolore, dove tutto quello che sembra contrario alla mitezza, alla forza della mitezza, sembra dominare il mondo, questa attitudine colpisce. Penso alla nostra Terra Santa in questo momento.
Siamo affranti, profondamente feriti da questa situazione, dal clima di odio che ha creato questa violenza che a volte genera altro odio, in un cerchio vizioso che non si riesce a spezzare”.
Eppure, ha detto il Patriarca, “vedo anche tanti miti, vedo tante persone che si mettono in gioco, che fanno la giustizia, pagandola a un prezzo personale, ebrei, cristiani, musulmani. Qui non è questione di appartenenza, ma di umanità. Questo per me fa sperare che, anche qui, non so come, non so quando, ma certo, potremo ricostruire.
Io sono qui da 35 anni e un momento così duro non l’ho mai visto. Però dobbiamo come tutti i miti sperare nel Signore e continuare a fare la giustizia, la verità con amore presso tutti”.
All’inizio della veglia è stato il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, a sottolineare il valore della preghiera: “Noi crediamo che la preghiera abbia una forza storica, pacifica, non violenta, che può smuovere i cuori perché
finisca la guerra, finisca l’occupazione, finiscano le violenze e i bombardamenti, siano liberati gli ostaggi, si ritorni al rispetto del diritto internazionale in quella terra”.
L’incontro di Trastevere si è così trasformato in un grande segno di comunione: voci diverse del mondo cattolico italiano unite da un unico desiderio, che la pace torni a fiorire nella Terra Santa.