Chiesa | DiocesiNegli orientamenti ci saranno indicazioni concrete, ma non sono la cosa più importante. Più di tutto contano alcune attenzioni di fondo. Come... la leggerezza. “Verso” gli orientamenti per la catechesi Vengono presentati al Giubileo dei catechisti del 17 maggio. «Preparati da ciò su cui abbiamo riflettuto durante l’anno in queste pagine: a ogni età, il suo annuncio»
Qualche anno fa, a uno degli incontri di Bibbia aperta (associazione ancora molto attiva a Padova) don Luca Mazzinghi aveva tenuto una conferenza sul tema della felicità nel libro del Qoèlet. Avete presente? È quel libro che inizia con la frase celebre: «Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità» (Qo 1,2). Sono andato all’incontro per amicizia verso don Luca, ma anche per la curiosità di capire: come fa a parlare di felicità uno che dice che tutto è vanità? Anzitutto un appunto sulla traduzione: quando parla di “vanità” Qoèlet non intende disprezzare la vita, ma dire che tutto è come un soffio, oggi c’è e domani non si sa. Ecco, questa è l’idea: se accetto che nella vita tutto sia provvisorio, se accetto che la vita stessa sia un soffio, allora scoprirò che tutto è grazia! Qoèlet guarda con tristezza (e un po’ di sarcasmo) a chi è troppo serio, a chi fa di tutto per fermare il tempo, a chi si arrabbia per ogni cosa che non è come vorrebbe. È destinato a non essere felice. C’è un altro passo di questo libro che dice molto bene il pensiero; anche questo è famoso (3,1-11): «Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato (…) Un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via…» e avanti così ancora per qualche versetto; per poi concludere con una massima che sintetizza tutto in poche parole: «Dio ha fatto bella ogni cosa a suo tempo». Negli ultimi mesi abbiamo dedicato “Speciale catechesi” a esplorare i vari tempi della vita e come l’annuncio e la catechesi si possano, anzi si debbano adattare al tempo che le persone stanno vivendo. Quello che è bello per un bambino, non lo è per un anziano; quello che va bene con i ragazzi, non funziona con i genitori. Questi mesi ci hanno aiutato ad aprire lo sguardo, ad ampliare l’orizzonte. E ci hanno preparato così agli “orientamenti per la catechesi” che la nostra Diocesi si darà a partire dal prossimo 17 maggio, giorno del Giubileo diocesano dei catechisti, degli accompagnatori e degli educatori. Ci saranno sì anche indicazioni concrete. Ma non sono la cosa più importante. Più di tutto contano i criteri con cui vogliamo muoverci, alcune attenzioni di fondo. Una in particolare: la leggerezza. Oltre l’idea della scuola dell’obbligo, di uno schema fisso e complicato, della pretesa che i ragazzi (e i loro genitori) debbano sapere, siano tenuti a completare un programma. Il nostro desiderio è che genitori e ragazzi scoprano che gli anni della catechesi sono un tempo bello, proprio per loro; che catechisti, accompagnatori ed educatori vivano il loro servizio con leggerezza, per scoprire che tutto, ma proprio tutto è grazia.
