Fatti
È da Vigonza che la sanità regionale traccia un nuovo cammino, un nuovo modello volto ad avvicinare i servizi sanitari e socio-sanitari di base alla cittadinanza. In via Paradisi, infatti, lo scorso 20 giugno è stata inaugurata la prima delle venti Case della comunità previste nel Padovano (in tutto il Veneto ne dovrebbero nascere 99 con fondi per 230 milioni di euro): la struttura si estende su 1.100 metri quadri e rappresenta un investimento complessivo di 1.306.000 euro, finanziato quasi interamente dal Pnrr, nell’ambito di un più ampio stanziamento di 39,5 milioni di euro destinato a strutture analoghe nella provincia di Padova. Il progetto ha comportato l’ampliamento del preesistente Distretto socio-sanitario di Vigonza, con un incremento di 254 metri quadri e una riorganizzazione complessiva degli spazi. L’edificio si sviluppa su un unico piano e sono stati realizzati otto nuovi ambulatori, una sala d’attesa, servizi igienici accessibili, spogliatoi, depositi, e un locale tecnico per i nuovi impianti.
I servizi disponibili all’interno della Casa di comunità di Vigonza, che servirà anche i Comuni di Villanova di Camposampiero, Campodarsego e Vigodarzere, includono: ambulatori di ginecologia, chirurgia, cardiologia, oculistica, allergologia, diabetologia, endocrinologia, dermatologia, ambulatorio ecografico, infermieristico e punto prelievi. Sono attivi inoltre il Siad (Servizio di assistenza domiciliare), la continuità assistenziale (ex guardia medica), sportelli Cup e amministrativi, ambulatori per medici di medicina generale e, tra i nuovi servizi, il Punto unico di accoglienza (Pua), l’ambulatorio dell’infermiere di famiglia e comunità e il consultorio familiare, recentemente trasferito da via Germania. La struttura ospita anche una sala riunioni aperta alle associazioni del territorio. Tra le principali novità, come qui sopra citato, figura l’introduzione dell’infermiere di famiglia e di comunità, una figura specializzata che agisce direttamente nel contesto di vita dell’assistito, promuovendo la salute e supportando i pazienti nella gestione di malattie croniche e fragilità, in collaborazione con l’intera rete sanitaria territoriale.
«Prende corpo una nuova strategia di combinazione della sanità al territorio e alle necessità di salute del cittadino, per tutte quelle risposte che non necessitano di pronto soccorso o ospedalizzazione – ha spiegato Paolo Fortuna, direttore generale dell’Ulss 6 Euganea – La Casa di comunità è una struttura tecnico-funzionale mediante la quale l’Azienda assicura l’assistenza primaria attraverso un elevato livello di integrazione tra i diversi servizi che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, in modo da consentire una risposta coordinata e continuativa ai bisogni della popolazione, secondo i criteri di equità, accessibilità, appropriatezza». Aggiunge l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin: «Qui è stato fatto un lavoro ottimale, perché la Casa di comunità è inserita in un contesto dove si trovano anche la sede del Distretto, il centro diurno per anziani e la casa di riposo. Un vero polo multifunzione».