Chiesa | DiocesiDa Molfetta ad Alessano, in Puglia, tra natura e testimonianza del vescovo Tonino Bello. Questi gli “ingredienti” del pellegrinaggio a piedi vissuto da sei pellegrini di Vigorovea, tra cui il parroco don Daniele Vignotto.
«È il terzo cammino che facciamo – racconta – Il primo anno abbiamo percorso il cammino di Santiago, poi l’anno scorso parte di quello di San Benedetto. Quest’anno ci siamo recati, dal 25 aprile al 3 maggio, da don Tonino Bello. Queste le parole per raccontare l’esperienza: contemplazione, testimonianza, fraternità e condivisione». Per Andrea, 27 anni, è stata la prima esperienza di cammino: «A fatica e stanchezza… l’ho fatto volentieri. All’inizio ero dubbioso, quando me l’ha proposto don Daniele, ma poi ho accettato. Mi sono reso conto che camminare vuol dire socializzare, raccontarsi cose magari un po’ più profonde… Aiuta anche camminare da soli nella natura». Neanche Carolina, classe 1959, ha mai vissuto un’esperienza come questa. «Volevo mettermi alla prova, prima di tutto, e poi andare da don Tonino Bello. Mi ha colpito l’accoglienza ricevuta dalla gente del posto. A Giovinazzo, dove abbiamo partecipato alla messa, una signora mi ha chiesto: “Ma, voi… stasera dove andate a dormire?”. Noi avevamo già trovato da dormire, ma mi ha colpito che si preoccupasse per noi». «Questo cammino – racconta Guido, 57 anni – mi ha permesso di condividere, pregare, riflettere, aiutarsi nelle difficoltà. Sono rimasto colpito anch’io dall’accoglienza delle persone dove ha operato don Tonino Bello. Chi l’ha conosciuto, parla di lui con emozione, nonostante siano trascorsi parecchi anni dalla sua morte. Si respira ciò che ha insegnato con il suo esempio, accogliendo in casa propria gli ultimi. Potremmo definire don Tonino un san Francesco moderno, sempre vicino ai deboli, ai poveri, agli emarginati. Ha aperto le porte della Chiesa, e di casa sua, agli ultimi».
