Storie
Wigwam. Dal primo rimboschimento del 1971 è passato mezzo secolo: per seminare alberi e coscienze
La rete, nata da un gruppo di giovani con lo stesso ideale, continua la sua missione
StorieLa rete, nata da un gruppo di giovani con lo stesso ideale, continua la sua missione
Da mezzo secolo a servizio della natura. Sabato 18 settembre stato è celebrato sul monte Cesen, massiccio delle prealpi trevigiane, a pochi chilometri da Valdobbiadene, il 50° anniversario del primo Campo rimboschimento di Malga Mariech, avvenuto nel 1971 per iniziativa del Wigwam, una rete nata dall’abbrivo di alcuni giovani appassionati, tra i quali il fondatore Efrem Tassinato che ancora oggi la guida. Eloquente la frase che campeggiava all’ingresso della malga e che ben riassume il senso dell’iniziativa: «Si piantarono alberi, si formarono coscienze, per un mondo più equo e sostenibile».
Ciò che ne è seguito è Rete Wigwam, oggi estesa in 21 Paesi nel mondo tra Slovenia, Slovacchia, Francia, ma anche Camerun, Guatemala, Brasile e Taiwan. Unica associazione di protezione ambientale a valenza nazionale riconosciuta con Decreto ministeriale, con origini e tutt’oggi con sede legale e direzione centrale in Veneto, la rete attualmente abbraccia 142 comunità locali equo-sostenibili. Il primo Campo rimboschimento fu organizzato in collaborazione con l’allora Asfd, l’Azienda di Stato per le foreste demaniali: un’azione corale di una cinquantina di giovani tra i 16 e i 23 anni provenienti da Veneto, Lombardia, Piemonte e Trentino-Alto Adige. L’intervento puntava sulla riforestazione e manutenzione di boschi, parchi e aree verdi, incrementando la forestazione in aree demaniali, sistemando sentieri e bonificando i pascoli senza perdere il valore educativo ecologico dell’azione.
«Cinquant’anni fa avevo organizzato il primo Campo rimboschimento da Ponte San Nicolò – racconta Efrem Tassinato, presidente Wigwam – Avevo ottimi rapporti con il parroco di allora, don Mario Nicolè, e ricordo che mi metteva volentieri a disposizione il ciclostile della canonica per la stampa dei moduli e dei volantini per l’organizzazione del campo». Una sintonia, attraverso la sensibilità del parroco, che anticipava la consapevolezza della comunità cristiana resa molto più esplicita negli ultimi decenni con alcune chiare prese di posizione sulla salvaguardia del creato.
«Oggi è ancora forte il rapporto con il mondo ecclesiale – prosegue Efrem Tassinato – in particolare con il mondo delle Acli, tanto che il nostro circolo di campagna, sede nazionale della rete, di Arzerello nei pressi di Piove di Sacco, è affiliato alle Associazioni cristiane lavoratori italiani e io stesso sono componente del Consiglio provinciale della sezione di Padova».
Mezzo secolo fa l’intento era dimostrare che l’agricoltura senza l’uso di veleni non solo sarebbe stata tecnicamente possibile ma anche economicamente vantaggiosa e quindi giungere a un’azione concreta nel campo della più generale educazione ambientale, in un momento pervaso da dibattiti e discussioni spesso fini a sé stessi. Un’istanza divenuta di grande attualità per l’aggravarsi della crisi climatica, e per questo la rete Wigwam è ancora impegnata in molteplici attività educative e, idealmente, ha raccolto il testimone del buon governo del territorio inteso anche come “coltivazione produttiva sostenibile dell’ambiente” che fu la regola selvicolturale della Serenissima.
All’incontro avvenuto sabato scorso sul monte Cesen, erano presenti anche alcuni dei rimboschitori del 1971: un’occasione per ricordare le radici storiche, proiettandosi nel futuro con la proposta di fare del comprensorio delle prealpi trevigiane una palestra di educazione ambientale per i giovani, orientata alla salvaguardia della civiltà della montagna e alla valorizzazione del ruolo anche produttivo del bosco e della malga. Un impegno che Wigwam è pronta a lanciare in tutta la sua rete nazionale e internazionale.
Tra le iniziative promosse da Wigwam del Veneto, c’è anche il progetto “La cultura del fosso”, un piccolo percorso alla scoperta delle valenze dei fossi del proprio territorio, importanti per la loro funzione di contenitori di biodiversità, idrauliche, culturali e paesaggistiche. Un’attività realizzata a distanza nel 2020, a causa del Covid, con un appropriato supporto telefonico e multimediale, sui concetti ecologici di base relativi alla circolazione delle acque e alle fonti inquinanti.
Nata dalla prima esperienza di rimboschimento in Veneto, oggi la rete Wigwam – di cui Wigwam clubs Italia funge da coordinamento, direzione, supporto e supervisione – si compone di 142 territori organizzati in comunità locali (104 in Italia e 38 in altri Paesi nel mondo). Le comunità locali sono formate da soggetti sia pubblici sia privati e, nelle diverse aree, agiscono da fattore coesivo promuovendo e realizzando attività orientate allo sviluppo equo, solidale e sostenibile dei territori interessati.
La particolarità di Wigwam, rispetto all’universo delle organizzazioni ambientaliste – con cui vi sono consolidati rapporti di collaborazione – sta in uno sguardo di stretta interdipendenza tra il fattore solidaristico e quello della tutela ambientale. Quali sono le cause della mancanza di interesse alla tutela dell’ambiente, riconosciuto da tutti quale bene comune per antonomasia? La risposta, secondo la rete Wigwam, sta proprio nella compromissione e distruzione dell’ecologia sociale delle comunità locali. E qual è il rimedio? Un’azione binaria, basata sia sulla prevenzione e la conoscenza dei fattori sociali che ne sono la causa, sia nella cura e nel recupero, con azioni pratiche, di quei fattori ambientali che ne sono la conseguenza.
Una visione solo in tempi recentissimi “sdoganata” con l’Agenda Onu 2030 sullo sviluppo sostenibile per il terzo millennio e con l’enciclica di papa Francesco Laudato si’ che introduce il concetto di “ecologia integrale”. Entrambe decise e pubblicate nel 2015, è per questa ragione che Wigwam, pur possedendo le caratteristiche di organizzazione nazionale e internazionale già da diversi decenni, ha richiesto nello stesso anno il riconoscimento ministeriale, ottenendolo con iter e tempi ordinari nel 2017.
Tale riconoscimento, ma soprattutto l’avvento della visione di “comunità solidali ed ecologiche” – che ha preso sempre più piede come linea guida nelle istituzioni e nella società civile come lessico ricorrente – ha reso di grande attualità sia la visione che anche tutto il bagaglio di esperienze accumulato negli anni da Wigwam.
A partire proprio dalle sue origini, con i Campi rimboschimento e con la Comunità ecologica di Brusadure di Bovolenta, nel Conselvano, quando tra il 1972 e il 1974, è stata realizzata una piccola fattoria “biologica” ante litteram dimostrativa valorizzando i prodotti ottenuti attraverso un’attività di ristorazione rurale.
Un principio che prosegue anche oggi, decenni dopo, con iniziative di sensibilizzazione realizzate anche in collaborazione con gli enti locali.
È questo il senso di fare rete, ognuno nel suo piccolo.