Il fumetto, un tempo relegato a prodotto-passatempo per bambini, oggi sta acquistando un valore culturale crescente anche grazie all’ottimo lavoro di proposta di alcune case editrici che ne hanno fatto la loro attività principale. È il caso della padovana BeccoGiallo che, proprio in questi giorni, festeggia i primi vent’anni di attività con la mostra “Frammenti d’Italia” allestita al Centro culturale San Gaetano e visitabile fino al 27 luglio. L’evento offre l’occasione per conosce la storia di quest’impresa culturale e l’evoluzione che, pur mantenendo salda l’identità iniziale, ha permesso alla case editrice di ampliare un catalogo già molto nutrito. Era il 2005 quando due ragazzi poco più che ventenni, Guido Ostanel e Federico Zaghis, decisero di realizzare un sogno che a molti sembrò folle: pubblicare fumetti di giornalismo e cronaca con un taglio culturale imperniato di critica sociale e impegno civile, scelta che determinò anche il nome della casa editrice «Fu una decisione che ci venne spontanea all’epoca – racconta il direttore editoriale Guido Ostanel – forse perché eravamo giovani e idealisti; di fatto però era una scelta rischiosa perché avevamo l’ambizione di incontrare il favore di una piccola nicchia di mercato e, per di più, contro corrente. Il nome stesso della nostra impresa, BeccoGiallo, richiamava quell’idea di schiena diritta che volevamo avere. “Il Becco giallo”, infatti, era una vecchia rivista degli anni Venti che durò poco, perché fu prima censurata e poi costretta alla chiusura dal governo Mussolini, infastidito dagli articoli d’inchiesta che ospitava. Tra le pagine c’erano anche dei piccoli protofumetti o vignette che, in qualche modo, cercavano di raccontare ciò che si tendeva a oscurare in quell’epoca, per ragioni di propaganda. Per esempio sul delitto Matteotti che, guarda caso, è uno dei fumetti che sono esposti in mostra, fu abbastanza memorabile il numero che questa rivista dedicò all’onorevole Matteotti cercando di capire cosa fosse successo in quelle ore; mentre, in quelle stesso momento, sulla stampa di regime la versione ufficiale era completamente diversa». La mostra, che illustra l’impegno di vent’anni di produzione artistico-letteraria, è suddivisa in quattro piccole sezioni per un totale di 160 opere, tra copertine, tavole e libri più rappresentativi e, in qualche modo, più iconici di altri. «La prima sezione – continua Ostanel – è dedicata alla collana “Misteri d’Italia”, di fatto il cuore pulsante del lavoro di questi vent’anni, che raccoglie le storie di Peppino Impastato, del delitto Pasolini, Piazza Fontana, Falcone Borsellino, il caso Moro, la strage di Bologna, Ilaria Alpi e molto altro. Praticamente un mosaico abbastanza inquietante e certamente molto doloroso di fatti che hanno segnato la memoria collettiva del Paese. La seconda sezione è invece dedicata alla collana “Biografie” che racconta personaggi che val la pena ricordare. Tra questi Berlinguer, poi Mario Rigoni Stern, Franco Basaglia, Alda Merini, Caravaggio e Maria Montessori. La terza sezione racconta storie di immigrazione molto toccanti, tra queste “Sindrome Italia”, che mette in luce la situazione delle badanti dell’Est che vivono tra noi. La quarta e ultima sezione è dedicata ai bambini. Da qualche tempo abbiamo creato la collana Kids di cui andiamo molto fieri».
Si chiamano “Paleo Stories”, le storie ideate a Padova in collaborazione con l’università di Venezia. Protagonisti ragazzi appassionati di fossili, dinosauri e misteri.