Fatti
200 chilometri di marcia per dire “no” al Vanoi. Quasi 13 mila firme di cittadini contrari
Da Canal San Bovo a Palazzo Ferro Fini. Quasi 13 mila firme di cittadini contrari al serbatoio da consegnare alla politica veneta
FattiDa Canal San Bovo a Palazzo Ferro Fini. Quasi 13 mila firme di cittadini contrari al serbatoio da consegnare alla politica veneta
Oltre 4 chilogrammi di fogli. È il peso delle quasi 13 mila firme di cittadini e cittadine contrari alla costruzione della diga sul torrente Vanoi, tra una diga sul torrente Vanoi, tra il Comune di Lamon e Canal San Bovo. Un blocco di carta da consegnare a mano, in Regione, per “quantificare” il volume della voce dei cittadini. È questo uno degli obiettivi che si sono dati i promotori della marcia “In cammino per l’acqua”, iniziata lo scorso 30 ottobre e che si è conclusa mercoledì 6 novembre: circa 200 chilometri di tragitto, seguendo i corsi d’acqua del Vanoi, del Cismon e del Brenta per unire Val Cortella a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale a Venezia, e per dire “no” alla costruzione dell’invaso. Non si tratta, però, di una marcia solamente contraria, ma propositiva e che rilancia soluzioni alternative come il rimpinguamento delle falde, lo sghiaiamento degli invasi: «È un percorso a tappe, un passaggio di testimoni tra i territori, con un gruppo di una ventina di persone a formare l’ossatura del cammino, a cui si aggiungano di volta in volta altri partecipanti – ha raccontato alla Difesa Angelo Orsingher, ideatore della marcia, nella giornata di lunedì 4 novembre, durante il passaggio a Padova – Un giorno eravamo 68 persone, 45 nel giorno precedente. Grosso modo siamo tra i 120 e i 150 partecipanti». Da Canal San Bovo a Venezia, passando per Lamon, Cismon, Bassano del Grappa, San Pietro in Gu, Piazzola sul Brenta, Padova e Dolo. Proprio di Canal San Bovo, Comune di 1.500 abitanti in provincia di Trento, Orsingher è stato prima sindaco negli anni Settanta-Ottanta e poi vicesindaco negli anni Novanta. Qui ricorda che in quegli anni già si fecero avanti con la proposta della costruzione della diga: «Al tempo, anche grazie al dialogo con cittadini, associazioni e politica si decise di non far nulla, a distanza di quasi 24 anni il progetto è tornato, senza interpellare nessuno e con questo iter che ha tempi stretti per le osservazioni». Di fatto, lunedì 4 novembre si è chiusa la finestra temporale per depositare le osservazioni, un’ottantina ricevuto dal Consorzio di Bonifica Brenta, che ha in mano la progettazione; nel mezzo un appuntamento pubblico a Canal San Bovo, a Valstagna, a Cittadella e un’interrogazione online. «Nonostante il sollecito da parte dell’opposizione in Consiglio regione – aggiunge Orsingher – Luca Zaia non ha preso una posizione ufficiale se non attendere prima il parere dei tecnici. È una scelta politica perché la zona è a rischio geologico e, in più, la Provincia di Trento si è già detta contraria a un’eventuale realizzazione nella zona di Canal San Bovo: sarebbe “una partita” chiusa, ma nonostante tutto si sta andando avanti anche con spesa di soldi pubblici». Renzo Masolo, consigliere regionale di Europa Verde, sta dalla parte della marcia: «Mi auguro che da parte della Giunta e del presidente vi sia l’ascolto che questi cittadini e cittadine meritano. Non capita tutti i giorni di vedersi recapitare a piedi migliaia di firme, la politica tenga conto di quanto i cittadini sono disponibili a fare purché la questione non diventi prettamente burocratica».
La finalità del serbatoio del Vanoi è mitigare la penuria d’acqua lungo l’asta del Brenta tra Bassanese, Vicentino e Padovano, tramite la raccolta delle acque del torrente Vanoi, tra i principali affluenti del torrente Cismon, a sua volta primo affluente del fiume Brenta. Il bacino potrebbe avere una capienza fino a 33 milioni di metri cubi d’acqua per una spesa complessiva di oltre 150 milioni di euro.