La didattica a distanza non tiene conto delle situazioni più vulnerabili, dei contesti difficili da un punto di vista sociale e familiare. Ragazzi e bambini già a rischio esclusione e dispersione scolastica con la didattica online rischiano ancora di più di essere esclusi. Sono le riflessioni fatte da Save the Children e da Sos Villaggi dei bambini. Gli studenti in contesti difficili non hanno mezzi per seguire la didattica a distanza. E bisogna aiutare chi vive in case famiglia, dicono le due associazioni. Situazioni di grande difficoltà che vanno risolte.
L’emergenza che stiamo vivendo ha imposto modalità nuove di fare scuola, in particolare con la cosiddetta “Didattica a distanza”. È un obbligo morale perché è il modo che noi abbiamo in questa fase di tener fede al patto educativo stipulato con le famiglie; ed è un obbligo imposto dalla normativa ministeriale. Ma come valutare il lavoro che stanno svolgendo i ragazzi? La Fidae ha organizzato due webinar, uno per la scuola primaria e uno per la secondaria di primo grado.
La distanza, in certi momenti, pesa di più. Non poter trascorrere il giorno di Pasqua insieme ai propri cari è un piccolo grande dispiacere, che bisogna accettare per il bene di tutti, soprattutto degli anziani ospiti delle strutture di accoglienza. Il presidente dell’Opera Immacolata Concezione Andrea Cavagnis ha scritto una lettera a tutti i famigliari degli ospiti per rassicurarli: il loro affetto arriverà comunque a destinazione e i l’attenzione e la cura, all’interno delle strutture, non mancherà.
Sono tante le voci che, da più parti, stanno ricordando ai nostri politici che questa emergenza può trasformarsi in una ghiotta occasione per le mafie che hanno soldi e ora – mentre le attività commerciali rischiano di chiudere e le famiglie hanno bisogno di liquidità – possono scendere in campo e "tende una mano" a chi è in difficoltà.
“Il video che riprende padre Maccalli è arrivato, attraverso intermediari, ad Avvenire e ad un’agenzia locale in Niger, che l’ha pubblicato sulla sua pagina Facebook, come mi ha avvisato un mio confratello proprio dal Niger.
“La commemorazione dell’anniversario del terremoto, in questo periodo è avvolto da un velo di tristezza aggiunta. Tuttavia, l’allerta da coronavirus non riuscirà ad ammutolire la memoria del rovinoso sisma del 2009”.
Tra i tanti “impedimenti” di questo tempo di emergenza sanitaria c’è, per il cristiano, la difficoltà, se non addirittura l’impossibilità, di accostarsi al sacramento della riconciliazione: la confessione o sacramento della penitenza.
L’organizzazione: “Il mancato accesso alla didattica a distanza grave rischio per i minori che vivono nei contesti svantaggiati. Immediatamente necessario utilizzare l’anagrafe nazionale dello studente per individuare e raggiungere gli studenti disconnessi con azioni immediate di sostegno”