La Diocesi di Padova aderisce quest’anno, per la seconda volta, alla Lunga notte delle Chiese, l’iniziativa approdata in Italia nel 2016 grazie all’associazione BellunoLaNotte, che si è ispirata alla Lange Nacht der Kirchen, che da parecchi anni si svolge in Austria e in Alto Adige, coinvolgendo centinaia di chiese contemporaneamente. Alla sua quinta edizione La Lunga notte delle Chiese alias La notte bianca delle Chiese, in programma per venerdì 5 giugno 2020, “fa i conti” con l’emergenza Covid e le disposizioni sulla Fase 2, pertanto sarà soprattutto una lunga notte in modalità digitale, anche se per Padova ci sarà un’esperienza possibile in presenza.
Tema dell’edizione 2020 della Lunga notte delle Chiese è #Bellezza – Da Quale Bellezza mi lascio ferire?
Il Comitato Unitario delle Professioni e la Rete delle Professioni Tecniche hanno convocato gli Stati Generali delle Professioni italiane per il 4 giugno 2020: "per far sentire al Governo il malessere di una componente produttiva essenziale del Paese"
“Il piano di ripresa trasforma l’immensa sfida che affrontiamo in un’opportunità, non solo sostenendo la ripresa ma anche investendo nel nostro futuro: il Green Deal europeo e la digitalizzazione favoriranno l’occupazione e la crescita, la resilienza delle nostre società e la salute del nostro ambiente. Questo è il momento dell’Europa. La nostra volontà di agire deve essere all’altezza delle sfide che tutti noi affrontiamo. Con Next Generation Eu stiamo fornendo una risposta ambiziosa”.
La ministra delle Politiche agricole spiega come funzionerà il meccanismo di regolarizzazione in agricoltura. “Che i lavoratori saranno disponibili solo a settembre è una cosa che non esiste”. E poi precisa: “Nuovi arrivi da Marocco, ma Romania è zona rossa”
Oltre il 70% ha fumato come o più di prima. Solo il 7% ha smesso. E in Lombardia ha ripreso a fumare il 7%. Il 31 maggio si celebra la Giornata Mondiale senza tabacco. E tra le buone intenzioni post covid, il 18% annuncia che smetterà
“All’inizio l’Europa è stata completamente assente. I Paesi pensavano solo a se stessi e chiudevano i propri confini. L’immagine dell’Europa ne ha sofferto molto. Ho letto un commento sulla stampa che mi ha fatto male: nei Paesi del Nord abbiamo visto gli italiani morire senza dire nulla. Avremmo invece avuto bisogno, fin dall’inizio, dell’empatia europea perché non sono gli italiani, gli spagnoli o i francesi a soffrire, ma i nostri fratelli e le nostre sorelle”.