Mese: Gennaio 2021

Politica e leader: il cielo è più rosa nel Nord Europa

Sette donne alla guida dei rispettivi governi: l’estone Kaja Kallas, la finlandese Sanna Marin, la danese Mette Frederiksen, la norvegese Erna Solberg, la lituana Ingrida Simonyte, l’islandese Katrín Jakobsdóttir, la serba Ana Brnabic e, ovviamente, la tedesca Angela Merkel. Stephan Eisle (politologo): “un passo verso la normalità”. Mancano leader al femminile nel Sud e scarseggiano nell'Est del continente

Germania: Conferenza episcopale, rispetto per libertà di pensiero, ma “il suicidio assistito non è un’opzione eticamente accettabile”

“La libertà della persona di vivere in ogni fase della vita secondo le proprie idee è di fondamentale importanza anche da un punto di vista cristiano” e un sistema giuridico che rispetta e protegge l’autodeterminazione anche rispetto alla morte “è una risorsa preziosa”. “Tuttavia, questo non rende il suicidio assistito un’opzione eticamente accettabile”: è il Consiglio permanente della Conferenza episcopale tedesca che oggi con una dichiarazione torna a esprimersi nel merito di un dibattito sul suicidio assistito che si sta svolgendo in Germania, a seguito della sentenza della Corte costituzionale federale del febbraio 2020 che ha dichiarato l’incostituzionalità della norma che rubrica come reato penale l’assistenza al suicidio.

Festival biblico edizione 2021. «Siete tutti fratelli»: 17a edizione al via

Domenica 24, in occasione della Domenica della Parola di Dio, c'è il primo appuntamento del Festival biblico.  Il titolo dell'incontro on line, "Siete tutti fratelli" (Mt 23,8),  è anche il titolo di questa 17a edizione, che ha come filo conduttore il tema della fratellanza universale. Intervengono Mariangela Gualtieri, poetessa e drammaturga e padre Bernardo Francesco Gianni, abate di San Miniato al Monte.

“Donne di conforto”: tribunale sudcoreano condanna il Giappone. La Chiesa sottolinea la sofferenza delle vittime

Nel pieno dello stato di emergenza si acuisce la tensione tra Giappone e Corea del Sud. A scatenare il nuovo caso diplomatico tra i due Stati è stata la sentenza emessa l’8 gennaio dal Tribunale distrettuale centrale di Seoul, che condanna il Giappone al pagamento di una somma di circa 78 mila euro a titolo di risarcimento danni per ciascuna delle 12 querelanti vittime dello “schiavismo  sessuale” subito nel corso della Seconda guerra mondiale ad opera dei militari dell’esercito imperiale con il tacito assenso dello Stato giapponese. La questione trattata nel processo riguarda il dramma delle cosiddette “donne di conforto” che coinvolse, dal 1932 al 1945, tra le 50 mila e le 200 mila giovani donne, per la maggior parte sudcoreane, ma anche giapponesi e provenienti da quasi tutti i territori allora occupati dall’impero del Sol Levante, reclutate dalle forze armate imperiali nipponiche tra le fasce sociali più povere con l’illusione di un lavoro e invece costrette a prostituirsi per le truppe dell’allora imperatore Hirohito