“Care famiglie, anche voi siete invitate a non avere altre priorità, a ‘non volgervi indietro’, cioè a non rimpiangere la vita di prima, la libertà di prima, con le sue ingannevoli illusioni: la vita si fossilizza quando non accoglie la novità della chiamata di Dio, rimpiangendo il passato. Quando Gesù chiama, anche al matrimonio e alla famiglia, chiede di guardare avanti e sempre ci precede nel cammino, sempre ci precede nell’amore e nel servizio. Chi lo segue non rimane deluso!”.
Si è conclusa con la messa presieduta dal vescovo Claudio, all’ombra delle grandi piante del parco della Casa Scoiattolo di Asiago, l’incontro diocesano delle famiglie, che aveva per titolo “Amore familiare: vocazione e via di santità”, di domenica 19 giugno.
La necessità di “ricordare al mondo le ragioni della pace”. E poi ancora quelle dell’umanità, della difesa dei diritti, del bene comune. Ad un mese dalla diffusione dall’Arsenale della pace di Torino della lettera-appello che Ernesto Olivero ha firmato insieme ai componenti della Fraternità del Sermig, i motivi per tornare su quel testo ci sono ancora tutti: la guerra Russia-Ucraina continua a seminare morti e dolori, il mondo sembra abbia quasi smarrito il senso del bene e del male, la necessità di strade di solidarietà ben tracciate è ancora più forte. Il Sir è andato a trovare Olivero proprio al Sermig per tornare su quella lettera e rilanciarne contenuti e ispirazioni
“Un segnale molto forte arriva da oltreoceano, un segnale che qualcosa inizia a cambiare, che la politica inizia a riconoscere il concepito come essere umano, come uno di noi. L’aborto non è un diritto”: così la presidente del Movimento per la vita italiano (Mpv), Marina Casini, commenta la notizia che la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America venerdì ha ribaltato, con 6 voti a favore e 3 contrari, la storica sentenza Roe v. Wade, che nel 1973 aveva stabilito il diritto costituzionale all’aborto in Usa.
Il presidente della Fict parla dei problemi in Italia nel contrasto al fenomeno: “Mentre il mercato si evolve in maniera assolutamente al passo con i tempi, le sostanze sono sempre più sintetiche e sempre diverse, tanto che stimiamo oltre cento nuove sostanze psicotrope messe sul mercato ogni anno, abbiamo un sistema dei servizi che è ancora fermo a una legge di 32 anni fa”
"Penso che un’urgenza fortissima per la Chiesa sia l’educazione dei giovani all’affettività". Ne è sicuro l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, che da un anno è presidente della Commissione episcopale Cei per la famiglia, i giovani e la vita, oltre a essere il delegato della Conferenza episcopale toscana per lo stesso ambito pastorale. Nei giorni in cui la Chiesa vive il decimo incontro mondiale delle famiglie, il suo sguardo va al contesto particolare in cui questo evento si svolge.
Sarà Veroli la tappa italiana del cammino di Santiago de Compostela. Nella cittadina ciociara in cui ha vissuto gli ultimi sei mesi della sua vita Santa Maria Salome, madre degli apostoli Giacomo e Giovanni, è in corso infatti un gemellaggio con il centro della Galizia mèta ogni anno di milioni di pellegrini da tutto il mondo. E' una delle innumerevoli scoperte che si possono fare percorrendo i sette percorsi predisposti dal M.I.T.E., un museo diffuso a disposizione di chi ama il "turismo slow".
Un pellegrinaggio a piedi lungo l’isola di Lampedusa. “Sulla stessa barca”, è il titolo di questo incontro promosso dall’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, insieme ai leader delle principali Comunità islamiche. Partiti ieri sera dal porto di Trapani, questa mattina all’alba i partecipanti sono sbarcati sull’isola con in mano una gerbera, per rendere omaggio nel cimitero dell'isola ai migranti che hanno perso la vita sulla rotta di questo mare. “Siamo qui per dire che siamo tutti sulla stessa barca e per dire, come ci ricorda sempre papa Francesco, che o ci salviamo tutti o purtroppo non si salva nessuno”, dice Izzedin Elzir, imam di Firenze. E l’arcivescovo di Agrigento, mons. Damiano, aggiunge: “Ho visto gli occhi dei bambini che arrivano qui e a cui si dà una bottiglietta di acqua in attesa che si facciano i primi accertamenti. Sono occhi impauriti. Fare in questi momenti gesti anche piccoli di umanità, come una carezza o il tepore di un tè caldo, possono fare la differenza”