Mese: Giugno 2022

La vita quotidiana a Mosca in clima di guerra. Il racconto di “Olga”, tra timori del presente e speranza per il futuro

La chiamiamo Olga e non possiamo dare troppi dettagli sulla sua vita, per non metterla in difficoltà. Il Sir l’ha raggiunta al telefono nella sua casa a Mosca, per avere la testimonianza di come vive nella capitale della Federazione russa chi è contro la guerra e non può o non vuole andare via. Olga lavora anche per una Ong internazionale – anche questa ci è stato chiesto non fosse resa identificabile – e insegna psicologia in una facoltà universitaria. Impotenza, attesa, paura sembrano essere i tratti di un tempo che è iniziato già ben prima del 24 febbraio, giorno in cui è solo “caduta la maschera”, dice Olga, che precisa: cancellerà dal suo telefono ogni riferimento ai contatti avuti per questa intervista perché “la polizia ora ferma le persone per strada e chiede di vedere le chat di whatsapp e telegram”.

Brasile: le Chiese dell’Amazzonia tornano a riunirsi a Santarém a cinquant’anni dal primo incontro. Card. Barreto, “ricordare, vivere, guardare”

Cinquant’anni dopo le Chiese dell’Amazzonia si ritrovano a Santarém, in Brasile. Nella città che sorge lungo il Rio delle Amazzoni si svolse, nel 1972, il primo Incontro della Chiesa dell’Amazzonia legale, mettendo le basi per un lungo cammino, proseguito nei decenni, sfociato nel Sinodo del 2019 e nella successiva esortazione apostolica di Papa Francesco Querida Amazonia. 

Caso Hilarion. Don Caprio (Istituto Orientale), “siamo in un tempo di attesa in cui rimanere sensibili e disponibili”

Fortissime turbolenze scuotono ila Chiesa ortodossa russa che ieri, riunitosi in Santo Sinodo, ha deciso di sollevare dall'incarico di presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne il conosciutissimo metropolita Hilarion. Don Stefano Caprio è uno dei più grandi conoscitori del mondo russo e del Patriarcato di Mosca in Italia, riflette sulle conseguenze che queste "tensioni" interne possono avere sul futuro del dialogo. "Nessuno lo sa. La situazione è talmente confusa", risponde subito. "E’ un tempo di attesa in cui rimanere sensibili, disponibili, non buttare niente di quello che si è costruito prima, senza accusare nessuno ma rimanere aperti all’ascolto e a nuove possibilità di dialogo. Papa Francesco a settembre vuole andare in Kazakistan. Un altro paese ex sovietico dove sebbene non ci sia una maggioranza ortodossa, ci sono però meno tensioni ed è più facile parlare. È un’idea che va proprio nello stile di Francesco. Che invece di ricominciare dal centro, propone di ripartire dalle periferie. Andare ai margini anche dell’ortodossia e vedere se da lì, si può risalire e riprendere il cammino".