Kim Aris, il figlio secondogenito della Premio Nobel per la pace birmana Aung San Suu Kyi, ha indirizzato ad Avvenire una lettera dedicata alla madre, un documento unico e intenso che verrà pubblicato su Avvenire domenica 31 marzo all’interno di una pagina speciale dedicata alla campagna di informazione e sensibilizzazione #AvvenireDonnePerlaPace.
C’è una frase che mi risuona dentro che ho voluto condividere con i miei amici come augurio per la Pasqua: “Dio continua a risorgere perché la speranza non muoia”. Oggi come ieri è il senso più profondo di questa festa, ma anche della nostra fede perché senza Risurrezione non ci sarebbe cristianesimo. Non dobbiamo stancarci di ricordarlo! Soprattutto in questi momenti in cui ci sembra di vivere un paradosso: proclamiamo la vita e siamo circondati dalla morte, proclamiamo l’amore che dà tutto sé stesso e siamo immersi in egoismi e disuguaglianze, proclamiamo la verità e facciamo i conti con menzogne e sotterfugi
“La guerra è sempre un’assurdità e una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo”.
È nata la Caritas dell’unità pastorale di Borgo Veneto, con le sue sette comunità parrocchiali di Dossi, Prà di Botte, Saletto, San Fidenzio, Taglie, San Vitale e Santa Margherita.
È una esperienza capovolgente, la Pasqua. È la rivincita della vita sulla morte. Il contropiede dell’amore sull’odio. Il sorpasso della pace sulla violenza. Alla presenza del Risorto il sepolcro delle nostre paure si riapre puntualmente ad una rigogliosa letizia. Ma quale Pasqua ci aspetta quest’anno? In un tempo di buio pesto come l’attuale, l’arcobaleno della pace sembra che proprio non ce la faccia a sorriderci a cielo aperto e ad abbracciare la terra, questa “aiuola che ci fa tanto feroci”. Allora: ridurremo la madre di tutte le feste a un sogno soporifero? La baratteremo come pia illusione per anime belle? No. A noi cristiani e alle donne e agli uomini di buona volontà non è dato di arrenderci
"La Chiesa in Italia ha raccolto questa grande consegna dalla storia e dal magistero dei Papi: essere un segno di rinnovamento e di umanità riconciliata. Tutto ciò lo esprimiamo continuamente, anzitutto nella preghiera incessante per la fine della guerra, per la pace, per la libertà, per la riconciliazione nel perdono". Parla il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi
“Se ci lasciamo prendere per mano da Gesù, nessuna esperienza di fallimento e di dolore, per quanto ci ferisca, può avere l’ultima parola sul senso e sul destino della nostra vita” e “se ci lasciamo afferrare dal Risorto, nessuna sconfitta, nessuna sofferenza, nessuna morte potranno arrestare il nostro cammino verso la pienezza della vita”.
“Vi sia uguaglianza” è il titolo del progetto di sostegno alle comunità fortemente indebitate. Annunciato a fine Sinodo, il vescovo lo ha presentato nella messa del Crisma del Giovedì santo