“Stiamo sperimentando delle tenebre profondissime che avvolgono migliaia di persone, in tanti luoghi nel mondo, in particolare in Ucraina e in Terra Santa. Quanta desolazione! Non possiamo abituarci alla guerra, ai combattimenti che non risparmiano deboli e innocenti, soprattutto i bambini: dovremmo sempre guardare attraverso le loro lacrime, attraverso il pianto dei più piccoli. È da lì che capiamo tutto l’orrore e la violenza della guerra, dell’ingiustizia e quanto questo sia inaccettabile”.
Papa Francesco ieri ha lavato i piedi alle detenute del carcere romano di Rebibbia. Un gesto che ci ha permesso di ri-vivere il Giovedì Santo della misericordia e dell’umanità. Un messaggio evangelico. Nello stesso giorno, Ilaria Salis, anche lei detenuta (accusata a Budapest di aver aggredito 13 mesi fa due estremisti neofascisti), entrava in un’aula di tribunale con le catene alle mani e i ceppi ai piedi, trascinata al guinzaglio e guardata a vista da agenti incappucciati e armati fino ai denti
“Gesù, portiamo anche noi delle croci, a volte molto pesanti: una malattia, un incidente, la morte di una persona cara, una delusione affettiva, un figlio che si è perso, il lavoro che manca, una ferita interiore che non guarisce, il fallimento di un progetto, l’ennesima attesa andata a vuoto…”.
La proposta arriva dall’Agia, che interviene con una nota sulla legge in discussione in Parlamento. Le istituzioni non devono più trascurare le opinioni dei ragazzi”
In Italia un bambino su 77 tra i 7 e i 9 anni ha un disturbo dello spettro autistico. Le dichiarazioni del fondatore de L’abilità Onlus in occasione del 2 aprile
Popolazione quasi stabile grazie alle immigrazioni dall’estero. Natalità in discesa, mortalità in calo. Popolazione residente straniera in crescita. 1,20 il numero medio di figli per donna
Di fronte alla Croce “si sentono chiamati per nome, uno ad uno, da quell’Uomo innocente condannato a morte anche per la loro salvezza, e avvertono di avere un posto nel Suo cuore”. Il cappellano delle due carceri di Venezia sintetizza così i sentimenti dei detenuti durante la Via Crucis del Venerdì Santo, attesa e preparata ogni anno con grande cura: “Non un rito, ma vita vera”. E avverte: "Il carcere fa parte della società civile; non dev'essere qualcosa di avulso di cui ci si può dimenticare"
Dopo una breve omelia, pronunciata a braccio, il Papa ha lavato i piedi a 12 detenute della Casa circondariale femminile di Rebibbia, dove si è recato in forma privata per la Messa in Coena Domini.