Un complesso sistema di comunicazione bidirezionale tra i trilioni di microrganismi che vivono nel nostro intestino (il microbiota) e il sistema nervoso centrale
Aldo Fumagalli, presidente Ucid, in occasione del Giubileo degli imprenditori, riflette sull’etica nella gestione d’impresa con uno sguardo anche al mondo della finanza
Un mondo deragliato bisognoso di una guida, magari anche di eroi. È questo il profilo che unisce due titoli forti del momento, tra cinema e piattaforma. Anzitutto in sala “Thunderbolts*” diretto da Jake Schreier. Un action Marvel che ritrova una buona tensione narrativa e un’ottima amalgama tra i personaggi in campo. Ancora, su Sky e Now la seconda stagione della serie epico-distopica “The Last of Us” firmata da Craig Mazin e Neil Druckmann, con Pedro Pascal e Bella Ramsey. Sul tracciato del noto gioco PlayStation, la serie prosegue nel viaggio nel mondo contemporaneo avvelenato da un letale virus, tra violenza e istinti di sopraffazione.
Da un lato vi è la speranza, quasi una vana utopia, di un’occupazione quanto più estesa, tutelata, stabile, dignitosa. Dall’altro, purtroppo, vi è il mondo del lavoro che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi decenni e che si caratterizza sempre più come ristretto, fragile, precario e povero. Servono retribuzioni che garantiscano una vita dignitosa, orari che permettano di coniugare il tempo di cura e il tempo del lavoro, tutele e sicurezze, un accesso per i più giovani e formazione gratuita e continua. Perché un lavoro “buono” porta ad una democrazia “buona” dove la realizzazione di sé porta a contribuire all’edificazione di una società più giusta e a relazioni umane più fraterne
La visita apostolica in Armenia nel 2016, gli appelli alla pace nella Regione del Caucaso meridionale, la tragedia umanitaria degli oltre 100mila sfollati dal Nagorno-Karabash. Ma soprattutto il coraggio di definire il massacro degli armeni “il primo genocidio del XX secolo”. “Papa Francesco per gli armeni è più che un Santo”, dice al Sir Sua Beatitudine Minassian Patriarca di Cilicia degli Armeni. “E’ un padre che si è speso e sacrificato per i suoi figli. Ieri la messa di Requiem in Vaticano cui abbiamo partecipato portando con noi questa intenzione di gratitudine a nome del popolo armeno”.
Sui media nipponici in questi giorni si rincorrono e si intrecciano ricordi e testimonianze di chi, in Giappone, ha avuto lʼopportunità di incontrare o conoscere Papa Francesco
“Spesso ci sentiamo i padroni di Dio, i conoscitori perfetti della verità, mentre siamo solo dei pellegrini a cui è stata data la Parola, che è il Figlio di Dio incarnato, perché ciò che ci ha dato il dono di vivere nella gloria di Dio è solo frutto di grazia e di quell’infusione dello Spirito Santo che ci fa, appunto, spirituali. E in oriente, padre e madre spirituale sono il monaco, la monaca o comunque la guida di quanti cercano Dio”.