Chiesa | DiocesiTaggì di Sopra Gli interventi non erano ormai più rinviabili. Erano attesi e non più rinviabili gli interventi in atto in queste settimane sulla chiesa parrocchiale di Taggì di Sopra, intitolata ai Santi Cosma e Damiano.
La chiesa presentava infatti delle criticità che riguardavano in particolar modo il controsoffitto della navata e i paramenti murari di un edificio che compie quasi un secolo di vita: la posa della prima pietra per la nuova chiesa di Taggì di Sopra avvenne infatti il 25 aprile 1922. In questi cento anni molti sono stati gli interventi all’edificio: già i lavori di costruzione durarono a lungo a causa delle difficoltà economiche. Solo nel 1928 la chiesa fu benedetta, ma appena quattro anni dopo, nel 1932, furono interamente ricostruiti coro e sacrestia e nel 1939 fu completata la facciata. Altri interventi furono eseguiti negli anni Sessanta sotto la direzione dell’ing. Michele Carretta, nel 1970 in occasione del terzo centenario di costituzione della parrocchia (altare e presbiterio) e nel 1976, quando il terremoto del Friuli causò la caduta della croce dal campanile, che sfondò tetto e soffitto. Un’ultima fase di restauri avvenne tra il 1985 e il 1990 (manto di copertura, nuova pavimentazione interna, rinnovo delle dotazioni impiantistiche, infissi e arredi). Le opere ora in corso consistono in interventi di risanamento e messa in sicurezza delle strutture murarie e lignee della chiesa. I paramenti murari, data la genesi articolata dell’edificio, apparivano infatti debolmente coesi tra di loro e le opere in progetto vanno a migliorare la collaborazione tessiturale dei paramenti per mezzo di apposite catene metalliche (le cosiddette cerchiature). Il controsoffitto invece presentava cavillature diffuse con una situazione che si stava evolvendo negli ultimi anni e per la quale sono previsti interventi di consolidamento e ritinteggiatura. Anche le strutture lignee di copertura saranno oggetto di risanamento e consolidamento. A completamento dei lavori, le opere interesseranno anche gli intonaci esterni, con esclusione tuttavia della facciata. I lavori sono permessi da finanziamenti Cei su fondi 8 per mille (90 mila euro) e della Fondazione Cariparo (50 mila) e sono eseguiti dall’impresa RWS srl, direzione dei lavori dell’architetto Luca Bertolin e del geometra Simone Zuppa. «La chiesa – spiega il parroco, don Paolo Pegoraro – è il luogo di riferimento del nostro incontrarci attorno al Signore, morto e risorto, e delle tappe fondamentali della vita di chi la frequenta, per questo è il primo luogo da mantenere accogliente. Restaurare è lo specchio di una comunità viva e vivace che ci tiene che la propria casa sia aperta, accogliente e bella». La chiesa necessita ora di un nuovo impianto audio e altri lavori minori, che la parrocchia attualmente non può sostenere essendo impegnata in debiti pregressi, e confida nel sostegno dei fedeli.
