Chiesa | DiocesiAzione cattolica dei ragazzi e scout Le attenzioni alla spiritualità e la pedagogia di accompagnamento delle due realtà associative
Il pensiero e le attenzioni alla spiritualità dei bambini dai 6 agli 11 anni e alla relativa pedagogia di accompagnamento non possono non coinvolgere gli educatori e gli accompagnatori di Acr e scout che ne seguono i cammini. Maria Norbiato, responsabile dell’Azione cattolica dei ragazzi di Padova, spiega in proposito che «il percorso formativo dell’associazione si sviluppa in tutte le fasi della vita e che l’Acr è un cammino che vuole introdurre i bambini e i ragazzi all’incontro personale con Gesù, facendo esperienza viva e concreta della comunità cristiana». Il gruppo – diviso per fasce d’età: 4/5, 6/8, 9/11, 12/14 – è il contesto in cui i ragazzi vivono l’esperienza associativa. «Qui sperimentano l’apertura agli altri, la ricchezza e la fatica di interagire con essi, la possibilità di un’appartenenza forte e l’iniziare all’essere Chiesa. Si vuole far vivere un cammino educativo semplice e caldo che parta dall’esperienza e che si sviluppi attorno al protagonismo dei ragazzi, in tutti gli incontri e le attività, cosa da diventare consapevoli del dono della fede che hanno ricevuto e responsabili nel comunicarlo». Secondo le età, vengono proposte le mete formative cardine, proprie di tutta l’associazione: il rapporto interiore e personale con Gesù (interiorità), la fraternità che porta al dono di sé, la responsabilità e la vita nella Chiesa (ecclesialità). Valentina Bosa racconta che l’Agesci-Associazione guide e scout cattolici italiani «si propone di accompagnare il Lupetto e la Coccinella nel cammino di crescita della fede nella fase della vita in cui si matura la capacità di esprimersi in relazione ai propri bisogni. Si parla di educare alla vita cristiana, ovvero di comprendere nella nostra azione educativa la vita cristiana, che altro non è che la vita quotidiana all’interno della quale costruiamo percorsi di crescita che si traducono in esperienze concrete che permettano di riconoscere e accogliere la presenza di Dio, che cammina con noi al nostro fianco, ponendoci noi capi in prima persona a fianco dei bambini». In questa dimensione si vanno a tracciare occasioni di preghiera per cogliere i momenti che la vita comune mette di fronte: «Ecco che un aiuto dato durante il gioco può diventare un’occasione di riflessione sul servizio al prossimo, una veglia alle stelle ci permette di conoscere Dio tramite la bellezza del Creato e la Parola ci accompagna e sostiene nel riconoscere l’opera dell’amore di Dio».
