Rubriche | Gioco corretto
Sinner come Tomba: a Sanremo solo per vederlo giocare
Ha dovuto ribadirlo un’altra volta. «Io a Sanremo? Non ci vado perché ho cose migliori da fare».
Ha dovuto ribadirlo un’altra volta. «Io a Sanremo? Non ci vado perché ho cose migliori da fare».
Ci aveva provato Amadeus quale “canto del cigno” del suo quinquennio da conduttore del Festival della musica italiana; voleva essere “il colpaccio” del nuovo ciclo Carlo Conti. Ma no, Jannik Sinner ha veramente qualcosa di meglio da fare nel prossimo 2025. Tipo difendere il suo essere il numero uno al mondo nel tennis maschile, traguardo conquistato il 10 giugno 2024, diventando il primo tennista italiano in assoluto e il 29º al mondo. Sì, perché con otto titoli conquistati per un totale di 11.830 punti in classifica, quella del 2024 è una delle migliori performance stagionali nell’era Open. L’unico tennista a essersi aggiudicato due tornei del Grande Slam, tre Masters 1000, le Atp Finals e la Coppa Davis (bissando il successo del 2023) nell’arco di una stagione. Parliamo di una media di vittorie superiore al 92 per cento, frutto di 73 successi e solamente 6 sconfitte. E come se non bastasse, in tutto l’arco della stagione, il 23enne di San Candido ha sempre vinto almeno un set di tutte le gare giocate. Per dare dimensione dell’enormità raggiunta, in così poco tempo: portare a casa almeno un set in ogni gara dell’anno era riuscito, nell’era Open, soltanto a Roger Federer nel 2005 (con 4 sconfitte e 81 successi) o a Serena Williams nel 2013. Nella classifica Atp maschile dietro di lui c’è il tedesco Alexander Zverev con 7.915 punti in saccoccia, insomma ci sono poco più di 3.900 punti di distanza da conservare o gestire al meglio. Il primo Slam dell’anno sarà l’Australian Open che parte il 12 gennaio e mette sul piatto 2.000 punti; poi seguirà il Rotterdam Open, con altri 500 punti da difendere, prima del Sunshine Double, con Indian Wells e Miami da giocare consecutivamente. Ecco, nel mezzo ci sarebbe stata una finestrella per atterrare in Liguria e far visita alla città dei fiori. E se, invece, ribaltassimo la prospettiva? Come quando nel 1988 Sanremo si fermò per trasmettere in diretta la gara di un giovane Alberto Tomba, perché non gustarci un Jannik Sinner comodamente seduti all’Ariston?