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Mappe IconMappe | Mappe 13 – L’industria libraria – marzo 2023

mercoledì 15 Marzo 2023

Il libro è traino della cultura

Con un valore di 3,4 miliardi di euro, l’industria libraria precede pay-tv e videogiochi. E le nuove generazioni hanno scoperto il bello della lettura

Giovanni Sgobba
Giovanni Sgobba
redattore

Alice ha già preparato i calzini e la carrozzina di quando era piccola e non vede l’ora che arrivi il giorno del suocompleanno. Si aspetta un bambolotto da vestire, accudire, da portare a spasso. Invece no. Le viene dato in dono un oggetto rettangolare, sottile, troppo sottile per farci star dentro un pupazzo o un giocattolo. Si può solo immaginare come ci rimanga, come si sente dentro quando, scartando il regalo, scopre che non è il giocattolo tanto atteso: è, invece, un libro, un manufatto ai suoi occhi misterioso che lei scruta a lungo prima di metterlo nella carrozzina e nasconderlo sotto una coperta, sperando che al parco nessuna delle sue amiche lo noti. Non ha né capelli, né un filo di voce Eppure, dentro quel libro c’è un mondo, una sorpresa inaspettata, anzi svariate sorprese inaspettate: «Se si sta in silenzio e ci si concentra lo si può sentire raccontare un fiume, un mare, un oceano di storie». Il mio primo, scritto e illustrato da Eva Montanari per Kite edizioni (da cui è tratta la copertina di questo numero di Mappe), è una storia sulla scoperta della lettura e il valore dei libri e sulla loro capacità di aprire mondi, come nessun altro può fare. E non pensiate sia solo una fiaba incastonata nel tempo ipotetico. L’Osservatorio Kids dell’Aie, l’Associazione Italiana Editori, agli inizi di marzo ha pubblicato un report sull’abitudine di lettura dei più piccoli: ebbene, l’Italia che ha messo il naso fuori dalla pandemia è un Paese dove i libri sono ancora più presenti nella vita di ragazzi e bambini, anche di quelli più piccoli, e dove un numero crescente di genitori e insegnanti si impegnano nell’educazione alla lettura. Secondo gli ultimi dati, nella fascia 4-14 anni sono addirittura il 96 per cento i giovani lettori e le giovani lettrici che hanno letto almeno un libro non scolastico negli ultimi dodici mesi, contro il 75 per cento del 2018. Nella fascia 0-3 anni, le letture ad alta voce di genitori, il contatto con libri tattili, cartonati, illustrati, animati, da colorare e altre forme di pre-lettura hanno coinvolto il 70 per cento dei bambini e delle bambine. Erano meno del 50 per cento cinque anni fa. Da un lato c’è da elogiare la virtuosa attitudine delle attuali coppie di genitori, diventate più consapevoli della necessità di includere libri e lettura nello sviluppo dei propri figli, rispetto al passato quando al contrario poteva essere associata al non far nulla o a perdere tempo. Dall’altro, negli ultimi anni, c’è stata una presa di coscienza da parte di tutto il sistema con il comune obiettivo di combattere la povertà educativa e il divario sociale: dal 2016, infatti, ogni anno in Italia si ripete l’appuntamento #ioleggoperché, un’iniziativa lanciata dall’Aie, con il sostegno del ministero per la Cultura, per la creazione e il potenziamento delle biblioteche scolastiche. In sette anni, sono entrati nelle librerie delle scuole italiane 2,5 milioni di libri nuovi; sono nell’edizione 2022, 431.911 libri donati dai cittadini, altri 100 mila dagli editori per un totale di 531.911 volumi. Tutto questo rappresenta solo un ramo di un arbusto tanto secolare, quanto ancora ben radicato nel terreno, anzi nel territorio italiano. L’industria libraria, nonostante gli scossoni legati alla pandemia di Covid-19, non si è spezzata e con un valore di quasi 3,4 miliardi di euro è ancora la prima, per peso economico, a trainare la cultura, davanti anche a pay-tv e videogiochi. A livello mondiale, l’editoria made in Italy si colloca al sesto posto, quarta invece se guardiamo solo i confini europei. E questo anche se deve fare i conti con i costi lievitati della carta, legati al rincaro delle materie prime e dell’energia, a partire proprio dal 2020: come sostiene Riccardo Franco Levi, presidente nazionale Aie, «per gli editori di libri il costo della carta in un anno è passato da 120 a 200 milioni di euro». Sì, il libro fisico, materico, tangibile, è ancora dominante. Il valore del mercato della cosiddetta varia è pari a 1,671 miliardi di euro per i soli libri a stampa e aumenta, di poco, fino a 1,775 miliardi se si tiene conto anche di audiolibri ed e-book. E se gli audiolibri sono passati da 24 milioni di euro nel 2021 a 25 nel 2022, è calato il mercato degli e-book, passando da 86 milioni di euro a 79, con una flessione dell’8 per cento. Lo si nota dalle novità pubblicate nell’anno appena trascorso: a fronte di 76.575 titoli usciti su carta, quelli digitali erano solo 35.200. Un altro numero è impressionante: sono i 150 milioni di libri stampati all’anno dalla sola Grafica Veneta, azienda di Trebaseleghe, in provincia di Padova, una delle più importanti a livello europeo, che però nel 2021 è stata al centro di un’indagine per sfruttamento in cui operava la manodopera straniera, a cui la stessa società aveva appaltato l’ultima fase produttiva, quella del confezionamento. Fronte e retro di un settore fatto anche di grigi, certo, ma anche di odori, di colori, di tridimensionalità. Grazia Raimondo, libraia della Limerick a Padova, (la trovate a pagina 7) è di recente tornata dalla Children’s Book Fair di Bologna con una convinzione: «Nei padiglioni internazionali c’erano libri con grammature differenti, veline che creano giochi di trasparenza o componibili in modo da generare storie diverse. E alcuni hanno carta profumata: sensazioni che si possono provare solo stringendo in mano un libro». Ed è così che ci scopriamo essere tutti un po’ come Alice.

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