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Mappe IconMappe | Mappe 22 - Imprese, innovazioni e infrastrutture - aprile 2024

martedì 16 Aprile 2024

Sensibilità sull’ambiente: l’innovazione prima del futuro

Perché la sensibilità è cresciuta molto, dentro alle aziende e fuori. Perché le tecnologie oggi permettono processi produttivi impensabili solo un decennio fa.

Filippo Maragotto

Perché ingegneri giovani e amministratori delegati di esperienza si incontrano nel cercare risposte a problemi ambientali sempre più urgenti. Alla fine, anche perché lo chiede un mercato che si fa sempre più esigente rispetto alla tutela delle risorse, la sostenibilità si sta facendo strada nelle aziende della provincia di Padova. Siano gruppi con centinaia di addetti e una lunga storia alle spalle, come al Sirmax che ha sede a Cittadella, o start-up nate come spin-off dell’Università e poi diventate vere imprese, come Finapp di Montegrotto Terme, la sostenibilità è sempre più spesso uno dei valori ispiratori e una delle finalità da perseguire. A chiederlo, del resto, è anche il Goal 9, e a livello nazionale, la quota di imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto e/o di processo negli ultimi tre anni è cresciuta, attestandosi nel 2020 al 50,9 per cento. Per quanto possa essere difficile per un’azienda del settore chimico, la Sirmax, che si occupa di upcycling, cioè riutilizzo di materiali plastici di scarto per nobilitarli in plastica pronta a essere impiegata nei più diversi ambiti, ha messo la scelta di processi sostenibili al vertice della politica aziendale, sia in ambito produttivo che di gestione dei rapporti con dipendenti e fornitori. Un colosso con quartier generale a Cittadella, la Sirmax ha iniziato la sua storia industriale nel 1964 ed è guidata dalla famiglia Pavin, conta oggi oltre 850 dipendenti che arrivano a un migliaio con i lavoratori interinali, impiegati nei 13 stabilimenti del gruppo dislocati in Italia (sei, di cui quattro in Veneto), due in Polonia, due negli Stati Uniti, altrettanti in India, uno in Brasile e un quattordicesimo polo da inaugurare ancora in India. Che ha scelto di portare la produzione vicino ai clienti, per dialogare con i territori e ridurre l’impatto del trasporto dei prodotti pensati su misura dei clienti nei cinque centri di ricerca: «Siamo molto orgogliosi dei risultati ottenuti in questi anni in termini di sostenibilità – ricorda Leonardo Forner, manager della sostenibilità del gruppo Sirmax – Siamo partiti qualche anno fa con azioni e pesanti investimenti concentrati principalmente sul prodotto, per riuscire ad anticipare le richieste del mercato che stava iniziando a cambiare». L’attenzione al prodotto, che ha portato l’azienda a realizzare cristalli di plastica chiamati polimeri completamente biocompostabili e biodegradabili da biomasse di origine vegetale e polimeri da materie plastiche già utilizzate, da sola non basta. «In modo veloce e del tutto naturale, abbiamo iniziato ad applicare i dettami della sostenibilità a tutti gli ambiti, interpretando il Dna dell’azienda: dalla governance ai dipendenti, dai processi ai fornitori. E ogni giorno cerchiamo di aggiungere un tassello in più al nostro percorso». La Sirmax ha progetti ben delineati per gli anni a venire: «Le nostre sfide future si concentrano su tre fronti: portatori d’interesse completamente coinvolti e ingaggiati rispetto ai nostri obiettivi, con particolare attenzione alla catena di approvvigionamento e ai nostri collaboratori; sviluppo di progetti di economia circolare sul fine vita dei beni durevoli; azioni rivolte all’esterno, in particolare al mondo della scuola, dell’università e del lavoro, per sensibilizzare i giovani e aumentare l’uso consapevole della plastica fin dalla giovane età». Ha solo sei anni ma cresce rapidamente la Finapp che ha sede a Montegrotto. Sviluppando un’idea elaborata per la prima volta nel 2016 dal dipartimento di Fisica nucleare dell’Università di Padova, diventata società nel 2018, ai cinque soci fondatori si sono aggiunte competenze poliedriche e oggi i collaboratori sono venti. E un futuro che si prevede di ulteriore espansione, perché ricerca e sviluppo sono attività che accompagnano quotidianamente la produzione industriale. La svolta è il brevetto di una innovativa sonda Crns (Cosmic Ray Neutron Sensing, rilevamento a neutroni cosmici) che, sfruttando i raggi cosmici dallo spazio che generano neutroni veloci, a contatto con l’atmosfera interagiscono in modo particolare con l’acqua. «Semplificando, con le nostre sonde riusciamo a misurare la quantità di acqua presente nel suolo, fino a 50 centimetri di profondità e per un’area estesa fino a 20 ettari» spiega Carlotta Bonvicini, che in Finapp porta le sue competenze economiche e di marketing. Quattro gli ambiti nei quali le sonde Finapp possono contribuire a salvaguardare l’acqua, non a caso definita “l’oro blu”: monitoraggio ambientale, per prevenire frane, alluvioni e incendi, in agricoltura, per un’irrigazione sempre più mirata e senza sprechi, nella ricerca di perdite e nella quantificazione della percentuale di acqua presente nella neve, per pianificare al meglio l’uso della risorsa. «Gestire al meglio l’acqua significa preservare la vita e sarà tanto più importante visti i cambiamenti in atto – insiste Bonvicini – Alla recente Cop28 abbiamo ricevuto un premio per il nostro contributo alla sostenibilità, proprio perché si è compreso che il nostro sistema di misurazione può diventare un efficace strumento di difesa della risorsa idrica e di prevenzione di eventi causati dall’eccesso di acqua, per esempio preallertando nel caso di pericoli di frane e smottamenti, o, al contrario, nel segnalare siccità che può favorire il propagarsi di incendi».

Pmi faticano a investire in R&S

Secondo i dati Istat di settembre 2023, per la ricerca e sviluppo intra-muros (cioè quelle spese sostenute per le attività di R&S svolte dalle imprese con proprio personale e con proprie attrezzature) si sono spesi nel 2021 circa 26 miliardi di euro, il 3,8 per cento in più dell’anno precedente . Cresce la spesa in R&S delle istituzioni pubbliche (più 9,7 per cento) e delle università (più 7,9 per cento) e si mantiene costante l’incremento nelle istituzioni private non profit (più 1,9 per cento). Le imprese sembrano invece aver superato solo in parte la crisi pandemica: la spesa che hanno complessivamente sostenuto aumenta appena dell’1,1 per cento. La buona capacità di recupero è da attribuire alla grande impresa (più 3,8 per cento), mentre è in marcata flessione la spesa delle Pmi (meno 4,5 per cento).

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