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Dal Municipio al Campanile, Bovolenta
La sindaca: «2024, un anno in emergenza». Il parroco: «Dopo le mascherine, i sorrisi»
La sindaca: «2024, un anno in emergenza». Il parroco: «Dopo le mascherine, i sorrisi»
«Un anno in emergenza, sia dal punto di vista climatico, ma anche e soprattutto sociale». Riassume così il 2024 il sindaco di Bovolenta, Anna Pittarello, al suo secondo mandato, con ampio margine, come prima cittadina della comunità che è percorsa dal Bacchiglione e dal canale Vigenzone-Cagnola, corsi d’acqua che dividono in due il paese di circa 3.431 abitanti, e che rappresenta da sempre la cerniera di congiunzione tra il Conselvano e il Piovese. «Abbiamo alzato le paratie già 12 volte quest’anno, per evitare che l’acqua invadesse il centro storico per le piene sempre più frequenti e per questo sono grata ai volontari della Protezione civile del Comune, supportata da quella del Distretto del Piovese. Gli stessi volontari che sono entrati in azione a supporto delle forze dell’ordine, un mese fa, per coadiuvare le ricerche di un nostro concittadino, Marco Breda, il cui corpo è stato rinvenuto nel Bacchiglione. A fine febbraio, invece, il terribile femminicidio di Sara Buratin, un fatto che ha scosso profondamente la nostra comunità, dove tutti o quasi si conoscono, ferite che non si rimarginano facilmente», aggiunge il sindaco, che sottolinea il crescente disagio sociale: «Circa 150 mila euro del nostro bilancio vengono destinati per pagare rette in comunità di recupero o case famiglia di minori difficili». A fronte di sempre minori trasferimenti dallo Stato verso i Comuni e dei maggiori costi delle bollette, l’amministrazione, dovrà, il prossimo anno mettere mano all’Irpef, ritoccando l’attuale aliquota dello 0,6 per cento, ferma da diversi anni. Un Comune, quello di Bovolenta, sul cui territorio, ricorda Anna Pittarello «gravitano quattro parrocchie diverse: oltre al capoluogo, Fossaragna, Brusadure e San Lorenzo» e dove il dibattito politico è sempre vivace, segno di un interesse per la vita amministrativa: una questione che ha impegnato l’amministrazione per parecchio tempo, con diversi ricorsi da parte di alcuni residenti, tutti peraltro senza esito, è la realizzazione della nuova bretella che eviterà il transito dei mezzi, soprattutto quelli pesanti, per il centro del paese. L’opera è di fatto avviata, nelle scorse settimane sono partiti i lavori per lo spostamento dell’idrovora e per fare spazio alla rotatoria che poi consentirà l’immissione sulla nuova strada arginale che dalla Sp35, porterà direttamente sulla Provinciale 3, che collega Bovolenta con Padova: «Dovrebbe essere pronta nel 2026, i ricorsi hanno rallentato e hanno obbligato il Comune a spendere soldi della collettività per resistere in giudizio». Una volta realizzata la viabilità alternativa, il centro potrà essere vissuto diversamente: «Oltre alla realizzazione di un parcheggio a servizio del centro già in corso, abbiamo progetti importanti per circa 700 mila euro per rendere più sicuro il comparto centrale dal punto di vista idrogeologico, ma anche sulle frazioni abbiamo progetti già approvati per scavare e sistemare gli argini di Brusadure e sistemare le rampe di accesso a Fossaragna». Con il Pnrr il Comune finanzierà la costruzione dell’asilo nido, mentre vi sono trattative in corso con la parrocchia per acquisire il fabbricato della ex scuola materna, ora gestita dal Comune attraverso la Spes. Il sogno di Anna Pittarello: «In quel sito sarebbe bello poter realizzare un auditorium a servizio della scuola, ma anche della nostra comunità e delle diverse associazioni».
«L’ inizio del mio ministero non è stato dei più facili: sono arrivato, infatti, a Bovolenta nell’autunno del 2020, in piena pandemia quando era d’obbligo l’uso delle mascherine, tanto che mi ero abituato a riconoscere i parrocchiani con il volto coperto e ho avuto qualche difficoltà quando poi invece è stato possibile toglierle». Si racconta così, con un po’ di ironia, don Lodovico Casaro, parroco di Bovolenta da quattro anni, giunto in paese in un momento di passaggio tra il blocco totale di ogni attività, qualche timida apertura e nuove chiusure dovute al riacutizzarsi del Covid. «Purtroppo, come anche in altre comunità, la pandemia ha significato lo stop pressoché completo di ogni attività pastorale e per il sottoscritto che arrivava nuovo nella comunità, qualche difficoltà in più l’ha comportata». Tuttavia il miglioramento della situazione sanitaria ha poi consentito una “ripartenza”. E qualche mese fa in parrocchia c’è stato anche il rinnovo degli organismi di partecipazione, che ha portato a un ampio rinnovamento nelle presenze del Consiglio parrocchiale pastorale e del Consiglio per «Un anno in emergenza, sia dal punto di vista climatico, ma anche e soprattutto sociale». Riassume così il 2024 il sindaco di Bovolenta, Anna Pittarello, al suo secondo mandato, con ampio margine, come prima cittadina della comunità che è percorsa dal Bacchiglione e dal canale Vigenzone-Cagnola, corsi d’acqua che dividono in due il paese di circa 3.431 abitanti, e che rappresenta da sempre la cerniera di congiunzione tra il Conselvano e il Piovese. «Abbiamo alzato le paratie già 12 volte quest’anno, per evitare che l’acqua invadesse il centro storico per le piene sempre più frequenti e per questo sono grata ai volontari della Protezione civile del Comune, supportata da quella del Distretto del Piogli affari economici. «Nell’individuazione della persone alle quali chiedere la disponibilità, si è cercato di avere un’equa rappresentanza tra soggetti che si occupano della liturgia, dell’Annuncio, della carità e del patronato», spiega don Lodovico. E prosegue: «Sul fronte della catechesi in parrocchia, oltre alle catechiste, una bella novità è rappresentata dagli aiuto catechisti, tutti ragazzi e ragazze tra i 15 e i 16 anni. Se l’Azione cattolica, proprio con il Covid, ha avuto una battuta d’arresto, è partito un bel gruppo di animazione per adolescenti per la prima e seconda superiore». Una novità è rappresentata a Bovolenta dalla nascita del gruppo Caritas, voluto fortemente da don Casaro: «Fino al periodo del Covid Bovolenta si appoggiava alla Caritas vicariale, con base a Conselve, poi ci siamo chiesti se potevamo essere autonomi e così una decina di adulti si sono resi disponibili». Si organizza così una raccolta mensile di alimenti da distribuire ai bisognosi della comunità, la raccolta nei periodi di Avvento e Quaresima diventa settimanale, considerando un progressivo aumento delle necessità: «I nostri volontari Caritas si interfacciano anche con i catechisti, per far passare il messaggio anche ai più vese. Gli stessi volontari che sono entrati in azione a supporto delle forze dell’ordine, un mese fa, per coadiuvare le ricerche di un nostro concittadino, Marco Breda, il cui corpo è stato rinvenuto nel Bacchiglione. A fine febbraio, invece, il terribile femminicidio di Sara Buratin, un fatto che ha scosso profondamente la nostra comunità, dove tutti o quasi si conoscono, ferite che non si rimarginano facilmente», aggiunge il sindaco, che sottolinea il crescente disagio sociale: «Circa 150 mila euro del nostro bilancio vengono destinati per pagare rette in comunità di recupero o case famiglia di minori difficili». A fronte di sempre minori trasferimenti dallo Stato verso i Comuni e dei maggiori costi delle bollette, l’amministrazione, dovrà, il prossimo anno mettere mano piccoli dell’iniziazione cristiana», puntualizza il parroco. La liturgia è ben curata a Bovolenta, che vanta tra l’altro una chiesa che è un vero scrigno di opere d’arte, oggetto anche di studi universitari: da anni il coro giovani “Canta e cammina” e la Corale Sant’Agostino animano le celebrazioni principali, ma le messe domenicali ordinarie sono sempre curate dal gruppo lettori, anche con il canto. Una curiosità: a Bovolenta vi è una devozione particolare per san Gabriele dell’Addolorata, abruzzese, il cui culto è nato tra le due guerre quando il presidente dell’Azione cattolica locale, Raimondo Masiero, incontrò Michele Possenti, fratello del santo, e divennero amici. La festa, il 27 febbraio, è molto sentita e nel 2014 l’urna con le spoglie del santo fece sosta per tre giorni a Bovolenta: tutti i bovolentani, tra i quali il nome Gabriele è molto diffuso, gli resero omaggio. «Dopo il Covid, il Circolo Noi è tornato a essere un punto importante di aggregazione e di socialità per tutta la comunità e, proprio in occasione delle prossime feste, partecipiamo insieme alle altre associazioni a un programma comune, forse è la prima volta e questo fa ben sperare per il futuro».
Il toponimo Bovolenta comparve per la prima volta nel 1027, in un atto di donazione da parte di Litolfo da Carrara a favore dell’abbazia di Santo Stefano. I Carraresi eressero un castello che per secoli fu tra le più importanti fortezze del Padovano. La distruzione nel 1388 segnò una svolta per la conquista di Padova da parte della Serenissima.