Chiesa | PresepiI presepi di Villa del Conte e di Segusino sono vere opere d'arte. Uno animato dalla fantasia e professionalità di Igino Tonin, al quale è dedicata l'edizione di quest'anno, l'altro curato nei minimi dettagli da un team affiatato che gli dedica ogni anno almeno quattro mesi di lavoro.
Due presepi unici nel loro genere, frutto del lavoro, della pazienza e della passione di chi, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, ha iniziato a crearli. I presepi artistici di Segusino e di Villa del Conte sono il simbolo di un saper fare tipico delle comunità che rappresentano.
Per la parrocchia dei Santi Giuseppe e Giuliana, a Villa del Conte, questo sarà un Natale particolare, perché il presepe animato, meta di visitatori di tutto il mondo, compie 60 anni. A festeggiare non ci sarà Igino Tonin, scomparso lo scorso settembre, che gli diede vita nel 1958, a soli 17 anni. Da allora, Tonin si è dedicato alla sua creatura fino a fargli assumere le dimensioni attuali: una sala di 15 metri per 20, e 8 di altezza, con sfondi riflessi a specchio, 18 scene e 50 statue meccanizzate, ambientate per lo più nella campagna veneta dei primi del Novecento.
Grazie al suo lavoro di congegnatore, Igino Tonin conferì alle statue un’animazione viva e articolata, resa più ricca dal supporto dei fratelli Luigi e Pietro e della moglie Anna, che fin dall’inizio si occupò degli abiti. Una collaborazione che ora coinvolge anche i quattro figli. «Dedicheremo l’anniversario del presepio alla figura di Igino Tonin – commenta il parroco don Aberto Salvan – Lo ricorderemo nella celebrazione eucaristica di domenica 23, alle 16. Dopo la messa, benediremo una statua che lo rappresenta e da quel giorno abbiamo organizzato un’apertura straordinaria del presepio fino alla prima domenica di febbraio. E all’ingresso collocheremo un quadro che lo ritrae».
È dedicato al centenario della fine della Grande guerra il presepe artistico di Segusino, comune della marca trevigiana nel bacino dei Piave, intitolato “Natale di Rinascita”. Il messaggio è quello di Gesù che rinasce anche dal dramma della guerra e da tutti i piccoli grandi drammi del nostro tempo. Quest’anno si ricorderà, nel centenario della morte, la figura di don Antonio Riva, il cappellano scomparso all’età di 32 anni il 2 gennaio 1919 all’ospedale militare di Vittorio Veneto, punto di riferimento e guida spirituale per la comunità segusinese nell’ultimo anno della guerra. Il presepe è curato nei minimi dettagli da trent’anni da un team di persone impegnate per oltre quattro mesi di lavoro. Si estende su una superficie di circa 100 metri quadri nella ex casa del cappellano e propone ogni anno un tema diverso. Novità di quest’anno è la riproduzione in scala di uno scorcio di via Mezzaterra della cittadina di Feltre, con l’entrata trionfale in città degli alpini dopo la liberazione. Il presepe è inserito nella rassegna “Alla Scoperta dei Presepi e dei Borghi di Segusino”, aperta dalla notte di Natale al 3 febbraio, che quest’anno è arricchita dalla mostra “Momenti delle retrovie” allestita nel centro parrocchiale.
