Chiesa | MondoMolte esperienze vissute dai gruppi della Zona Padova del Brenta dell’Agesci in questi anni si sono rifatti alle parole d’ordine di papa Francesco
Senz’altro questo è stato un papa “un po’” scout! Aveva sempre a cuore il più piccolo e il più indifeso, proprio come insegna il Vangelo ma anche la nostra esperienza scout. Da lui abbiamo colto la testimonianza ad agire nel mondo sempre come “fratelli maggiori”, ma da “adulti autoritari”. In molti casi, in questi anni, le sue parole sono entrate nelle preghiere e nelle riflessioni profonde, preparate dai capi, per i ragazzi dei quindici gruppi della nostra zona. Papa Francesco di certo ha lasciato il segno nei cammini formativi dei capi e non solo, tutti prima o poi li hanno utilizzati, tant’è che in questo periodo stiamo vivendo un percorso di catechesi improntato alle parole che caratterizzano il Giubileo della speranza. Più volte abbiamo “sfiorato” papa Francesco a Roma, scegliendo di fare servizio nei luoghi frequentati anche da lui, per esempio in centri di accoglienza per migranti o nei ricoveri allestiti d’inverno per sostenere le persone senza dimora nell’affrontare le notti più fredde dell’anno. I nostri gruppi hanno vissuto molti campi di servizio e accoglienza, qui nel nostro territorio come pure a Bologna, Roma e in Sicilia, ispirati proprio dall’insegnamento e dai gesti concreti che papa Francesco ha compiuto nei dodici anni del suo magistero. Possiamo dire che i suoi luoghi del cuore sono stati anche i nostri. Infine, non possiamo dimenticare la forza che ci ha dato durante la pandemia, vedere il papa pregare, scendere in piazza, esporsi e non rimanere rintanato nelle sue stanze ci ha aiutato a vivere in pienezza la Pasqua del 2020, quando non abbiamo potuto riunirci in comunità.
Elena Nicolè Responsabile della zona Padova del brenta dell’Agesci
