Chiesa | MondoLeone XIV - Un papa per la paceCare lettrici e cari lettori, ecco l'edizione straordinaria di otto pagine della Difesa del popolo, scaricabile gratuitamente.
L’8 maggio 2025 si è affacciato dalla Loggia di San Pietro Robert Francis Prevost, agostiniano, missionario in Perù ed ex prefetto del Dicastero per i vescovi, annunciando il suo pontificato con un saluto che ha toccato il cuore dei fedeli: «La pace sia con tutti voi!». È il primo papa statunitense e ha scelto il nome Leone XIV, richiamando la tradizione di Leone XIII e il suo impegno sociale.
La figura di Leone XIV si distingue per un profondo spirito missionario, forgiato in anni di servizio pastorale in Perù. Il suo discorso inaugurale ha evocato l’eredità di papa Francesco, parlando di una Chiesa che cammina, costruisce ponti, dialoga e si fa vicina ai poveri e ai sofferenti. Il suo motto, In Illo uno unum riflette la visione agostiniana di unità e missione. Ha salutato la Diocesi peruviana di Chiclayo in spagnolo, dimostrando un radicato senso di gratitudine e affetto per il popolo latinoamericano. Centrale nel suo messaggio è stata la pace, da lui definita «disarmata, disarmante, umile e perseverante».
Il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, ha accolto con gratitudine l’elezione di Leone XIV:«Camminiamo insieme sulla via della pace», sottolineando come il nuovo papa rappresenti un dono per la comunione tra le Chiese. Ha ribadito l’importanza della collaborazione nel ministero della pace e della sinodalità, aggiungendo: «Non è solo ad annunciare il Vangelo: c’è con lui tutto il popolo di Dio».
Suor Francesca Fiorese, responsabile dell’ufficio di Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Padova, ha espresso emozione e speranza: «Meraviglioso! Il suo programma è racchiuso nel saluto: pace, accoglienza, evangelizzazione». Ha apprezzato la sua umiltà, la sua attenzione ai poveri e la continuità con papa Francesco: «La riconoscenza e il “concedetemi di poter continuare”. Il desiderio di tutti era questo, “speriamo che continui la missione di Francesco”, era il desiderio del popolo dei fedeli. È come se avesse detto “concedetemi” ma in realtà ci ha anche rassicurato che continuerà su questa strada. E poi ha fatto accenno alla sinodalità e questo è significativo».
Don Raffaele Coccato, responsabile dell’Ufficio missionario della Diocesi, ha riconosciuto in Leone XIV il volto di una Chiesa senza confini:«È un papa che viene da lontano e ci dice che si può partire da ovunque per annunciare il Vangelo». Colpito dalla semplicità e dall’uso della lingua spagnola, ha sottolineato l’importanza della sua esperienza missionaria e il forte legame spirituale con papa Francesco, con cui condivide uno stile fondato sull’umanità e sulla pace.
Mons. Lucio Nicoletto, da un anno vescovo prelato di São Félix do Araguaia, ha ricordato l’incontro personale con Prevost, colpito dalla sua fraternità e vicinanza: «Ha ribadito che tutta la Chiesa è missionaria. Mi dà gioia sapere che un fratello ha detto di sì…Il suo atteggiamento umile, nel presentarsi per la prima volta, è lo stesso atteggiamento di umiltà che abbiamo visto in papa Francesco e in papa Benedetto. L’umiltà di chi porta la pace è una conseguenza della dimensione affettiva di chi dà priorità alle relazioni. È una caratteristica dei latinoamericani, che papa Francesco ci ha fatto sentire profondamente con il suo calore, così papa Leone. Noi europei a volte mettiamo da parte questa dimensione affettiva. Mi piace pensare che papa Leone l’abbia riscoperta proprio grazie alla missione da lui vissuta in Perù, nel contesto latinoamericano».
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