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Sotto le macerie di Gaza, oltre i morti c’è anche l’Europa. Intervista a don Nandino Capovilla
Le parole, forti, di Josep Borrell e la consapevolezza di voler essere inermi
IdeeLe parole, forti, di Josep Borrell e la consapevolezza di voler essere inermi
«Su quello che sta accadendo a Gaza e in Palestina, tutto il mondo guarda dall’altra parte e in particolare noi europei. Sotto le macerie di Gaza non giacciono solamente decine di migliaia di persone uccise dai bombardamenti. Anche le leggi internazionali e l’Europa sono sepolti con loro». Don Nandino Capovilla, parroco a Marghera e dal 2009 al 2013 coordinatore nazionale di Pax Christi, ha ancora scolpite in sé le parole pronunciate lo scorso aprile da Josep Borrell, ex alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione Europea. I capi degli Stati membri dell’Unione Europea sanno. E ancora più colpevolmente non agiscono. «È confortante riconoscere una continuità in papa Leone XIV: come papa Francesco, ma anche Giovanni Paolo II, ha espresso immediatamente la sua denuncia per quello che sta succedendo a Gaza senza voltarsi dall’altra parte. Ma non possiamo affidare alle parole di un solo uomo, sia anche il papa, una responsabilità che è invece di tutti noi, politici inclusi. Un paio di mesi fa la delegazione cristiana di Kairos Palestina quando è venuta anche a Padova mi ha consegnato il suo dolore, dicendomi che noi abbiamo il compito di usare le parole giuste: “non astenetevi da usare le parole di questo che non è un conflitto, ma un’enorme ingiustizia”. Ecco, le parole sono quelle dei crimini di guerra, dell’apartheid, del genocidio. A me sembra che i governanti non si lascino condurre, non si lascino convincere da nessun linguaggio, ma vorrei che fossero convinti dal linguaggio proprio dei popoli, credo sia l’ultimo linguaggio che possa convincere questi irresponsabili».
Martedì 13 maggio, Netanyahu ha nuovamente affermato che l’esercito israeliano entrerà a Gaza «con tutta la sua forza per completare l’operazione e sconfiggere Hamas». Un’annunciata massiccia operazione militare: possiamo dire che era già iniziata o nei piani di Netanyahu c’è il voler dare il colpo finale con qualcosa che non ha precedenti? «Ormai è sotto gli occhi di tutti, lo è da tanti, tanti anni, da troppo tempo, ma la responsabile collusione dei governi di tutto il mondo ha fatto sì che noi solo ora ce ne rendessimo conto. Noi dobbiamo prendere atto che questo non è l’inizio di un’operazione, ma la conclusione di un lavoro iniziato nel 1948. Non è assolutamente un bluff ma è la concretizzazione di quello che è avvenuto esattamente giorno dopo giorno, anno dopo anno, sotto gli occhi del mondo. Le Nazioni Unite l’hanno sempre denunciato, sono centinaia le risoluzioni con cui ha provato a imporre a Israele di fermarsi in questo progetto che ora si manifesta in tutta la sua pienezza. Gaza io l’ho visitata più volte ed è dal 2007 che è completamente assediata e chiusa come una prigione come nessun altro posto al mondo. Israele impone la sua forza, il suo controllo totale tra cielo, terra e mare. Tutto questo, quindi non deve indignarci adesso, ma dobbiamo abbassare la testa e riconoscere che per troppo tempo abbiamo concesso e sostenuto che Israele si permettesse di occupare e controllare una terra che, pur piccolissima, non appartiene a lei ma alla Palestina».
Il 9 maggio è stata la Giornata dell’Europa, ma anche l’occasione per una serie di proclami al motto di “L’ultimo giorno di Gaza”, per svegliare le coscienze europee. Ma questa Europa è davvero inerme? «Le parole di Borrell direbbero proprio di sì. E aggiungo un altro passaggio forte del suo discorso del 24 aprile: “Siamo di fronte alla più terribile pulizia etnica dalla fine della seconda guerra mondiale e due terzi del mondo accusa l’Occidente per aver permesso che accadesse”. Vuol dire che facciamo finta di non sapere. Anche l’Europa. Pensiamo cosa può voler dire tutto questo. E pensiamo al silenzio totale di Giorgia Meloni, che viene continuamente sollecitata e lei non dice nulla, come se non stesse accadendo nella storia. E, invece, stiamo assistendo a un grande genocidio in diretta streaming…».
Sotto il cielo di Gaza è il titolo del suo libro scritto assieme a Betta Tusset (presentazione lunedì 19 maggio, alle 19, con Limerick al parco Milcovich di Padova per “Arcellabella”). Ma, sotto il cielo di Gaza, quale umanità non stiamo difendendo? «È dare voce alle storie proprio degli operatori umanitari. Questo è la voce delle Nazioni Unite, è la voce di Andrea De Domenico, funzionario Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, ndg), di Jonathan, di letizia che lì sta facendo l’infermiera. Ci sono persone che stanno sui camion che Israele impedisce di far entrare. Ci sono persone che stanno soccorrendo e componendo i pezzi dei corpi dei bambini. Migliaia, migliaia. Le persone che sono lì in questo momento sono gli eroi, gli eroi che non hanno girato il capo dall’altra parte».