Idee

A gennaio ha compiuto 77 anni ma si mantiene sana e robusta la nostra Costituzione, l’atto normativo fondamentale che definisce la natura, la forma, l’attività e le regole dello Stato e della società civile e ha creato un sistema in cui nessuno, da solo, può avere troppo potere. Anche il volontariato «nasce dal progetto della Costituzione che ci richiama al dovere di contribuire, tutte e tutti, alla vita delle nostre comunità ed è attraverso il dono di tempo e competenze che vedono la luce tanti progetti capaci di migliorare la qualità della vita di chi ne trae beneficio» ha dichiarato Chiara Tommasini, la presidente di CsvNet. La Carta costituzionale italiana, all’articolo 2, prevede che la Repubblica dedichi particolare attenzione ai corpi intermedi della società e il volontariato è una componente essenziale di questo mondo che riguarda la società civile organizzata: «Lo spirito che ha animato i padri costituenti era, anche se non chiaramente esplicitato, certamente legato al modello di ordine sociale Stato-mercato-comunità, cioè un modello “tri-sociale”, quando all’epoca il modello era bipolare Stato-mercato, ma i padri e le madri costituenti avevano capito che una Repubblica non può progredire se si appoggia solo su questi due pilastri attribuendo allo Stato i beni pubblici e al mercato il privato – spiega il prof. Stefano Zamagni, economista, presidente emerito della Pontificia accademia delle Scienze sociali – Noi oggi, dopo tanti decenni, sappiamo che questo è sbagliato perché per progredire una società ha bisogno anche della “terza gamba” che è quella del civile e qui il volontariato svetta assieme ad altre componenti come le cooperative sociali, le fondazioni, le organizzazioni non governative. Tra tutte queste però, il volontariato ha una marcia in più che è quella di diffondere nella società il principio del dono come gratuità, cioè di far comprendere che non è vero quello che si insegna e si dice, secondo cui la gente opera per interesse o per rispetto delle norme. Il compito del volontariato è quello di far comprendere che ciò che spinge un soggetto a operare non è solo il fine dell’interesse ma quello dell’amore: il dono come gratuità è la manifestazione concreta del principio dell’amore nel senso greco di àgape, vale a dire l’amore disinteressato, altruistico, che non chiede nulla in cambio, che si manifesta nella compassione e nel dono di sé. Il volontariato dona il suo tempo, le sue energie, le sue risorse personali nei diversi ambiti nei quali ritiene di doversi impegnare ed è questo è il nesso tra volontariato e Costituzione. In Italia ci sono voluti 70 anni per capire che l’impianto filosofico ed etico della nostra Costituzione è basato sul modello tripolare».
Zamagni però denuncia:
«Il volontariato dovrebbe dire: “noi vogliamo partecipare ai progetti di co-programmazione prima di essere coinvolti in quelli di co-progettazione” e questo è possibile per la sentenza 131 del 26 giugno 2020 della Corte costituzionale che lo ha sancito, e quindi prendere parte ai momenti di natura strategica e non solo quando si va a “spalare”. Manca però la legge ordinaria che è compito del nostro parlamento per poter attuare la co-programmazione».
L’articolo 18 della Carta recita: «I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale…», ma per Eleonora Fazzeri Danesin, da 28 anni presidente di Selvazzano for Children e che si è avvicinata al volontariato negli anni Settanta del secolo scorso, “liberamente” è un avverbio che non ha più sostanza: «La Costituzione ci aiuta ma la parola liberamente mi pare usata in maniera inappropriata. Siamo liberi di decidere a cosa dedicarci e scegliere cosa vogliamo cambiare, ma di liberamente non c’è niente perché è diventato incredibile il lavoro che ci troviamo a fare. Liberamente c’era quando ho iniziato nel 1974 ma allora non sapevamo di essere volontari, ci bastava fare e ci sembrava fatto bene, mentre ora ci sembra di gestire un’azienda, non un’associazione. Le associazioni non devono essere subalterne al potere si dice, ma in realtà siamo sole: tante belle parole, ma di liberamente non c’è niente: ci sono troppi paletti che ci hanno tolto il piacere di fare il volontariato». Un’amarezza che però non frena l’attività di Eleonora e delle 25 volontarie che si dedicano ai bambini di Selvazzano, dando corpo a tutti i principi della Carta costituzionale. Dentro il mondo del volontariato fin da ragazzo, per 25 anni in Croce verde, ora con gli scout universitari, Davide Cester, avvocato, crede che «agire per la giustizia e i diritti di tutti sia il sale della vita, ciò che ci contraddistingue come umani. Penso che la Costituzione sia un pilastro per la pace, una pace duratura, e per il riconoscimento dei diritti fondamentali: uguaglianza, libertà, partecipazione, libera espressione del pensiero, diritto di essere curati. Mi piace del volontariato soprattutto la dimensione collettiva: l’articolo 2 della Costituzione dice che la persona umana è tale anche nelle formazioni sociali cioè nella dimensione collettiva, quindi anche qui lo Stato deve garantire i diritti inviolabili, e questo è un concetto molto prezioso. I volontari sono “donatori incondizionati di gratuità”: donatori perché trasferiscono alle persone un dono che sia materiale o immateriale, di gratuità perché non cercano un contraccambio e incondizionati perché proprio la gratuità li rende liberi e indipendenti, liberi di pensare e di agire anche al di là di quanto potrebbe essere imposto in altre logiche».
Il volontariato nel cuore. Giampaolo Barbariol, Infatti, lo pratica da sempre: prima nel movimento scoutistico, poi con l’associazione Pubblici giardini che riunisce i tecnici di tutta Italia che si occupano di verde pubblico. Ora da pensionato è volontario in associazioni ambientaliste e anche nell’associazione Elisabetta d’Ungheria che si occupa di persone senza fissa dimora. «La Costituzione mette in risalto il ruolo fondamentale che ha il volontariato nella partecipazione civica e nella solidarietà. Per quanto riguarda l’ambito ambientale la Carta ha avuto una recente modifica voluta per garantire ancora di più il tema della tutela del paesaggio, dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Quindi partecipare a queste associazioni è un attuare i pricìpi della Costituzione in termini di sussidiarietà orizzontale, di partecipazione dal basso dei cittadini. Naturalmente sul piano sociale gli spunti sono molti perché il volontariato svolge un’attività di promozione della persona nella sua totalità. Noi la attuiamo in particolare perché ci occupiamo della tutela della salute delle persone, della dignità attraverso il lavoro aiutando a trovarlo, nel dare una possibilità a quelle persone straniere in particolare i rifugiati, perché ricevano asilo e assistenza. Princìpi che ci vengono dalla Costituzione e sono diritti inviolabili e inalienabili dell’uomo».
«Il volontario per me non è prezioso in quanto attore di azioni specifiche, ma in quanto diffusore di questi principi: un lavoro fatto attraverso il volontariato in maniera puntuale e convinta è un’azione di diffusione ed è un’azione politica e consente al volontario di agire sulle leve della democrazia per progredire e confermarsi. La Costituzione non ci fa sentire soli e ci dice dove bisogna insistere».