E ugenio Turri, scomparso appena vent’anni fa, è stato geografo, scrittore, fotografo e un instancabile viaggiatore. Lo ricordiamo come uno dei più attenti e originali studiosi del paesaggio italiano del Novecento, ma è stato soprattutto un uomo-geografo dallo sguardo acuto e sensibile, che ha saputo camminare i luoghi e interrogarsi profondamente sugli elementi del paesaggio che ci circonda, su cosa sia strettamente umano e cosa rimanga, invece, naturale. A questa ricerca è dedicata la mostra “Di umana natura. La biodiversità mediterranea nelle fotografie di Eugenio Turri”, che si inaugura il 30 maggio alle 17 presso il museo di Geografia di Padova, in via del Santo 26 e sarà aperta fino al 15 settembre. «Le fotografie di Eugenio Turri – spiega Chiara Gallanti, conservatrice al museo di Geografia e curatrice della mostra insieme a Mauro Varotto, Carlotta Fassina e Lucia Turri – documentano la profonda interconnessione tra umanità e paesaggio mediterraneo. Raccontano una lunga storia di armonia tra intervento umano e biodiversità, ma anche di tensioni e trasformazioni che, a partire dalla fine del Novecento, ne hanno compromesso l’equilibrio». L’obiettivo della mostra è valorizzare il vasto archivio fotografico dello studioso che conta 30 mila immagini, concentrandosi in particolare sul bacino del Mediterraneo, riconosciuto come uno degli hot-spot mondiali della biodiversità. Una straordinaria ricchezza ecologica che è anche il risultato di millenni di interazioni tra esseri umani e ambiente: migrazioni, pratiche agricole, domesticazioni, saperi locali.
«Nell’allestire la mostra – continua Gallanti – ci siamo posti più con lo sguardo dei geografi che con quello dei biologi. La biodiversità in esame è il frutto del continuo confronto tra esseri umani e natura. Citando Turri, direi che si tratta di “quell’impasto tra cose della natura e cose dell’uomo” che non sono altro che “cose appartenenti al pianeta Terra che rientrano tutte in uno stesso sistema di relazioni”. Lo studioso ci invita, dunque, a superare i confini tra ciò che è naturale e ciò che è umano, e a riscoprire il ruolo generativo dell’azione antropica nella tutela della biodiversità». Dagli scatti di Turri emerge che l’attenzione per il paesaggio è sempre attenzione per le genti che lo popolano; la sua è la ricerca di un incontro sia con le persone che stanno lavorando sia con chi attraversa o abita i luoghi, come i bambini che ci giocano. «Anche quando in uno specifico scatto l’essere umano non è presente – afferma Gallanti – c’è però comunque il segno dell’uomo: interventi costruttivi di arricchimento e cura del paesaggio, ma anche testimonianze sulla perdita di questa sensibilità e il complicarsi delle relazioni tra il paesaggio e i suoi abitanti in relazione alle grandi trasformazioni che si sono messe in moto a partire dagli anni Cinquanta, in Italia e non solo. Il tema della perdita di questa relazione si collega al grande tema della perdita della biodiversità e si coglie forte in certi suoi scatti in cui lui fotografa piccoli appezzamenti ancora coltivati in mezzo alla cementificazione diffusa». La mostra “Di umana natura” propone, dunque, uno sguardo nuovo, profondo e attuale su un paesaggio oggi più che mai fragile. Si percepisce che l’uomo-geografo ha attraversato la perdita e la trasformazione: nelle sue opere emerge fortemente il tema della necessità di tornare a un equilibrio e a una relazione necessaria con l’ambiente, soprattutto per affrontare le grandi sfide che ci attendono: il cambiamento climatico e la necessità di una crescita più sostenibile. Il messaggio di Eugenio Turri è oltremodo attuale. L’idea che si possa tornare in modo concreto e fattuale a relazionarsi con la natura di cui noi siamo parte – da cui il titolo di umana natura – in un altro modo è ancora possibile.
Il museo in digitale: una nuova webapp per la visita guidata in digitale e un tavolo interattivo “Feste in circolo” per conoscere le feste ebraiche: il Museo della Padova ebraica ha presentato nei giorni scorsi una app con la quale i visitatori potranno disporre di una nuova modalità di visita, autonoma ma guidata e approfondita, attraverso una piattaforma digitale in cui sono disponibili tre percorsi, per adulti e bambini, fruibili con il proprio smartphone (preferibilmente con cuffiette). I tre percorsi (museo, sinagoga, junior) offrono spiegazioni audio e fotogallery di approfondimento: una nuova modalità di visita dinamica e coinvolgente proposta sia in italiano che in inglese. Inoltre nella webapp è disponibile il tavolo interattivo, con il gioco creato ad hoc “Feste in circolo”: attraverso un monitor touch su cui giocare in singolo o in modalità sfida a coppie o a gruppi, si potranno conoscere le feste ebraiche e le loro tradizioni.