Oltre all’escursione che verrà descritta in quest’articolo, più facile e breve ma che permette di visitare tutti i principali punti di interesse dell’itinerario, esiste una variante adatta a escursionisti esperti e allenati, con partenza dall’imbocco della val Miela, lungo la strada provinciale 76 che collega Gallio e Foza, e che prevede circa 7 chilometri in più (tra andata e ritorno) e 500 metri di dislivello positivo aggiuntivi. I luoghi attraversati da questo percorso sono stati, come in precedenza accennato, protagonisti di prim’ordine durante la Grande guerra, in particolare durante le battaglie delle Melette; alcuni avvenimenti dell’epoca sono stati magistralmente raccontati nel libro di Emilio Lussu Un anno sull’Altipiano, una delle testimonianze più belle e terribili di quel periodo storico. L’itinerario può essere affrontato senza problemi da tarda primavera fino all’autunno, mentre nella stagione invernale è necessario essere attrezzati di ciaspole, valutare le condizioni dell’innevamento e considerare che non sarà possibile partire da malga Slapeur.
L’itinerario
L’escursione ha inizio da malga Slapeur (1624 metri), nei cui pressi è possibile lasciare l’auto in uno degli spiazzi appositi. Poco lontano dalla struttura, dove si produce un ottimo formaggio di pecora, l’animale che originariamente era il più allevato nell’Altopiano, è presente il monumento in memoria del secondo Reggimento di fanteria bosniaco, facente parte dell’esercito asburgico e reparto d’assalto specializzato, che molto male fece ai soldati italiani in queste montagne. Si imbocca il sentiero segnalato, seguendo le indicazioni per Selletta Stringa e monte Castelgomberto, che permette di percorrere l’anello in senso orario; il cammino si svolge prevalentemente all’interno di un bosco di abeti, anche se già vi sono delle ampie vedute panoramiche. In circa mezz’ora si raggiunge Selletta Stringa (1731 metri), punto di congiunzione tra monte Castelgomberto e monte Fior, luogo di grande valore strategico e perciò duramente conteso durante la guerra; nei pressi della Selletta è presente il cippo dedicato al sottotenente Guido Brunner, che qui morì nel giugno del 1916. Risaliamo ora la dorsale del monte Castelgomberto, segnata da solchi e trincee, che in una decina di minuti ci conduce fino alla cima (1771 metri), da cui si può godere di un panorama invidiabile sulla sottostante piana di Marcesina e sulle cime retrostanti, fino alle Dolomiti. Sulla vetta è presente anche il monumento al generale Euclide Turba, medaglia d’oro al valore militare e qui caduto nel novembre 1917. Scendendo nuovamente fino a Selletta Stringa, si possono ammirare le trincee a linea greca presenti sul versante opposto. Si inizia ora a risalire fino alla cima di monte Fior (1824 metri), che si raggiunge in circa venti minuti, da cui si percorre la dorsale che in cinque minuti porta fino a monte Spil (1808 metri): quest’ultimo tratto di percorso permette di ammirare un panorama a 360 gradi, ma anche di ripercorrere alcuni drammatici momenti vissuti dalla Brigata Sassari, grazie ad alcune installazioni con brani tratti dall’opera di Lussu, come quello che ricorda la prima volta in cui i soldati asburgici riuscirono a vedere il mare da queste cime. In un quarto d’ora di discesa, si giunge fino alla zona di Montagnanova, nei cui pressi sono presenti una malga e una postazione in caverna visitabile. Si prende ora il sentiero che costeggia il versante opposto del monte Fior, in breve tempo l’ambiente sarà caratterizzato da numerose formazioni rocciose particolari e campi solcati: si tratta di conformazioni tipiche di ambienti carsici, come l’Altopiano dei Sette Comuni, che valgono a questo luogo il nome di “città di roccia”. Proseguendo, è possibile fare una breve deviazione per vedere i resti di un cimitero di guerra bosniaco, prima di raggiungere nuovamente malga Slapeur e concludere l’escursione.