Dalla palude alla civiltà. Il sindaco: «Dal grande lavoro dei monaci benedettini a quello degli agricoltori, ancora oggi determinante. Ci stiamo aprendo al turismo, c’è anche un albergo dentro alla Corte»
«La moderna Correzzola nasce negli anni Venti, con la vendita dei Melzi, allora proprietari, ai Bonaccossa e poi da loro ai cosiddetti cesuranti, cioè i piccoli conduttori che lavoravano per i signori del tempo e mantenevano in affitto qualche campo. Prima di allora il nostro territorio era un fondo unico». Il salto indietro nel tempo lo fa Mauro Fecchio, sindaco e amministratore locale da oltre trent’anni, una laurea in storia, che si traduce in una grande passione per il paese che amministra e il suo passato. Correzzola è una terra che è stata sottratta all’acqua e alle paludi grazie al gran lavoro svolto dai monaci benedettini dell’Abbazia di Santa Giustina, che qui giunsero poco dopo il 1100, dando vita a un’ampia opera di bonifica dei terreni. Dall’iniziale Corte di Concadalbero la sede venne spostata alla nuova Corte di Correzzola più grande e centrale. Pian piano il territorio si arricchì di nuove acquisizioni e raggiunse la dimensione di 12.767 campi tanto che necessitò di una organizzazione più snella e anche più attenta allo sviluppo sia sociale che economico. «L’organizzazione della corte prevedeva la presenza delle case coloniche occupate da cesuranti, invece dei casoni di paglia», sottolinea Fecchio. Con l’avvento di Napoleone tutti i possedimenti religiosi vennero confiscati e la stessa sorte toccò alla Corte di Correzzola che venne abbandonata dai monaci e ceduta ai conti Melzi d’Eril, provenienti dal Lodigiano, che comunque continuarono l’opera di bonifica precedente. Passato quindi il periodo fascista, bellico e post-bellico si giunse alla moderna riforma agraria che assegnava ai vari lavoratori dei terreni, succeduti negli anni, la loro parte assegnata così come la possiamo ammirare ai giorni nostri. «Correzzola resta un territorio di confine, incastonato in una zona che confina con il Veneziano ed è a cavallo tra Conselvano e Piovese, dove l’agricoltura riveste ancora un ruolo importante, con la presenza di vigneti di pregio, oltre alle coltivazioni di ortaggi e cereali, ma anche con le zone artigianali popolate di vitali aziende di piccole e medie dimensioni». E nell’ultimo periodo si sta sviluppando anche l’accoglienza turistica: «Tra i vari luoghi dove si può soggiornare, mi piace segnalare l’albergo ricavato nella corte, di proprietà del Comune, seppure in gestione a terzi, credo sia un unicum a livello nazionale», esclama il primo cittadino. La corte, ristrutturata con i fondi del Giubileo del Duemila, oltre a essere sede municipale, ospita anche la biblioteca e spazi civici. Il territorio comunale vede la presenza di quattro frazioni e in questi anni «siamo stati impegnati nel mantenimento dei servizi – precisa Fecchio – Per questo abbiamo un nido e tre scuole dell’infanzia comunali, una paritaria a Civè, tre primarie e una scuola di secondo grado. Anche sul versante sportivo gestiamo tre campi da calcio, una palestra e una palazzetto dello sport, tre sale comunali». Per il sindaco «è molto importante e fattiva la collaborazione che nel tempo si è attivata tra Comune e unità pastorale, nel rispetto del ruolo di ciascuno. Sono diverse le modalità con cui si lavora insieme, in particolare sul sociale, per l’organizzazione del grest, per esempio, ma la parrocchia è stata un valido tramite per la gestione dell’accoglienza dei migranti, che abbiamo da diversi anni». Una terra da scoprire, magari in occasione della Marciliana, la rievocazione medievale che si svolgerà il 26 e 27 luglio prossimi.
Il parroco: «La pandemia ha rafforzato la collaborazione, rendendola più solidale. Nelle sagre i volontari si attivano mesi prima e il ricavato sostiene le strutture parrocchiali»
«Sei comunità che lavorano in sinergia con consapevolezza». Sono le parole di don Mario Vallese che dal 2017 guida l’Unità pastorale di Concadalbero, Terranova, Villa del Bosco, Brenta d’ Abbà, Correzzola e dal 2002 Civè. Cinque delle sei parrocchie ricadono nel territorio comunale di Correzzola; una, Terranova, dal punto amministrativo è sotto il Comune di Pontelongo. «Abbiamo un unico consiglio pastorale già da qualche anno con tre rappresentanti per ciascuna parrocchia, uno per Terranova che tra le varie è davvero la più piccola, con circa 120 parrocchiani», spiega don Mario, che può anche contare su don Luigi Penazzo e don Tiziano Bruscagin come collaboratori pastorali. In ogni parrocchia viene garantita almeno una celebrazione domenicale, oltre alle messe prefestive in quelle più grandi. Ogni comunità ha anche degli spazi parrocchiali, come le canoniche e i patronati che vengono utilizzati per gli incontri delle diverse attività svolte. Don Mario continua a risiedere a Civè dove era già parroco, così come don Sergio a Correzzola e don Tiziano a Villa. «Qui è presente anche l’unica comunità di religiose della nostra Up, le Piccole Ancelle del Sacro Cuore, ordine religioso fondato dal beato Carlo Liviero. Sono una bella presenza per Villa del Bosco, seppure la scuola materna ora sia comunale; tuttavia, collaborano per la catechesi e curano la liturgia». L’Up di Correzzola nasce nel 2008, ma dopo la visita pastorale del vescovo Claudio nel 2019 è entrata in una nuova fase: «Mons. Cipolla ci chiese di fare una sorta di sperimentazione, l’anno successivo arrivò il Covid e il processo rallentò. Però, anche a causa della pandemia, abbiamo trovato un’occasione per collaborare consapevolmente e mi spiego meglio: nel 2021 alla sagra del Carmine di Villa, un buon numero di volontari contrasse il Covid e in quell’occasione feci appello ai colleghi delle altre feste patronali, che vennero in soccorso a Villa del Bosco, consentendo lo svolgimento». Le sagre sono un momento di grande socialità per le parrocchie dell’unità pastorale: quella di Correzzola con la festa della Santissima Trinità, appena terminata, poi a Concadalbero la sagra di sant’Antonio, che vede anche la partecipata processione in onore del Santo patrono, in giugno e in luglio la sagra di san Paterniano a Brenta con il 60° di ordinazione di padre Tonino Falaguasta e poi quella della Madonna del Carmelo a Villa del Bosco. Anche in questa comunità si onora la Vergine con la statua della Madonna che viene portata in processione e la celebrazione della messa. «I volontari si attivano mesi prima per organizzare le diverse attività e il ricavato delle sagra e di altre occasioni conviviali nel corso dell’anno vanno a sostenere i costi per il mantenimento delle strutture parrocchiali», evidenzia don Mario. La catechesi viene svolta in modalità unitaria, ma itinerante, così da vedere coinvolte tutte le parrocchie, come anche il grest che si tiene verso la fine del periodo estivo. «Abbiamo un ampio territorio e con il Comune c’è una bella collaborazione, perché ci viene assicurato il trasporto dei ragazzi e degli educatori nella parrocchia scelta per l’attività del grest». Un bel gruppo di educatori coinvolge bambini e adolescenti anche per partecipare alla Festa diocesana delle Palme, mentre a Civè, Villa, Brenta e Concadalbero sono presenti i cori parrocchiali per l’animazione delle liturgie, che sono curate in ognuna delle parrocchie. A Civè, infine, c’è l’unica materna parrocchiale, che poi svolge anche un’apprezzata attività di doposcuola per la primaria.