Si chiama “Carpe diem” il progetto che Caritas Padova sta portando avanti grazie ai fondi dell’8 per mille della Chiesa cattolica; non è l’unico progetto Caritas che riceve questo sostegno, ma è la novità di quest’anno. L’obiettivo di “Carpe diem” è formativo e sono due le “direttrici” verso cui si muove: implementare le competenze degli operatori Caritas diocesani sul fronte della gestione dei gruppi; accompagnare i centri di ascolto vicariali nella realizzazione di progetti personalizzati.
«Questa seconda “direttrice” non è una novità – spiega il direttore di Caritas Padova, Lorenzo Rampon – perché i centri di ascolto vicariali hanno anche negli anni scorsi, con varie formule di sostegno economico da parte di Caritas Padova, avviato progetti a sostegno di singole persone o famiglie. Ciò che è nuovo, quest’anno, è che c’è una figura professionale, un’assistente sociale, che segue i centri di ascolto nelle varie fasi del progetto: l’individuazione delle situazioni da seguire, la scrittura del progetto, l’accompagnamento vero e proprio, la rendicontazione e la valutazione. L’altra novità è che il progetto di accompagnamento ha durata annuale (fino a tre anni) ed è pensato prima che si presentino emergenze. I progetti presentati a Caritas Padova vengono finanziati con fondi dell’8 per mille; ogni centro di ascolto contribuisce per il 7 per cento a finanziare i propri progetti». I progetti di accompagnamento personalizzato vanno dal sostegno al pagamento dell’affitto o delle utenze, all’accesso a specifiche cure mediche, a interventi per il contrasto della povertà educativa.
«I volontari dei centri di ascolto – spiega Sara Ferrari dell’area Progettazione di Caritas Padova – hanno il compito, per questo progetto, di individuare famiglie o singole persone su cui investire per un anno, condividendo con loro il progetto. Allo stesso tempo, i volontari sono impegnati ad attivare la rete territoriale, così che il progetto possa essere condiviso, sostenuto e portato avanti in futuro». Da inizio anno sono 26 i progetti presentati dai centri di ascolto vicariali ai quali sono stati destinati oltre 40 mila euro di fondi dell’8 per mille. «Ulteriori 22 progetti personalizzati – sottolinea Rampon – sono stati sostenuti con 60 mila euro di altri fondi».
L’altra “direttrice” del progetto “Carpe diem” ha visto coinvolti gli operatori diocesani Caritas. «Da alcuni anni – racconta Ferrari – ci siamo dati l’obiettivo di creare maggiori occasioni d’incontro tra noi per conoscerci meglio e condividere il mandato che abbiamo come Caritas. In occasione di questi momenti è emersa una difficoltà: la gestione dei gruppi complessi. Come Caritas diocesana ci troviamo a intervenire in contesti dove non abbiamo un “presidio” stabile e in cui non conosciamo la realtà. Ci siamo resi conto che per gestire queste situazioni serviva una formazione ad hoc. Caritas italiana ha messo a disposizione fondi dell’8 per mille proprio per iniziative formative, così abbiamo iniziato un percorso. Sono 13 le persone coinvolte, 8 gli incontri: siamo a metà. Ci segue un formatore: Maurizio Roberto». «Questo percorso – conclude il direttore di Caritas Padova – sta facendo emergere altro rispetto al pensiero iniziale: la creazione di una mentalità più forte di appartenenza alla Caritas. E poi che, conoscendoci reciprocamente di più, la conseguenza è collaborare».
Ogni anno i contribuenti hanno la possibilità di scegliere di destinare una percentuale dell’intero gettito Irpef alla Chiesa cattolica e ad altre istituzioni religiose per scopi religiosi, caritativi, assistenziali, umanitari o allo Stato per scopi umanitari e sociali. Possono sostenere la Chiesa cattolica con l’8 per mille tutte le persone che hanno un reddito di lavoro dipendente o una pensione, o altro reddito. Ci sono diversi modi per presentare la dichiarazione dei redditi e alcune persone non sono obbligate a presentarla. Ma lo Stato garantisce a tutti di poter indicare a chi far gestire le risorse. Per informazioni si può visitare il sito 8xmille.it/come-firmare/