Lo stemma di Papa Leone XIV sulla Basilica di sant’Antonio di Padova
È stato collocato lunedì 30 giugno il nuovo stemma papale, visibile ora sotto la statua di sant’Antonio. La Basilica, in regime di extraterritorialità, espone lo stemma del Pontefice anziché quello del vescovo diocesano.
È stato affisso questa mattina, lunedì 30 giugno 2025, il nuovo stemma di papa Leone XIV di fronte alla Basilica di sant’Antonio di Padova. Le immagini, pubblicate sulla pagina Facebook “Pontificia Basilica di sant’Antonio di Padova”, documentano le operazioni di installazione: lo stemma viene mostrato da vicino mentre viene issato e fissato sotto la statua di sant’Antonio che troneggia davanti alla facciata principale.
La presenza dello stemma pontificio non è casuale. A differenza di tutte le altre chiese della Diocesi di Padova, che riportano all’esterno lo stemma del vescovo diocesano – attualmente mons. Claudio Cipolla – la Basilica del Santo è una delle tre basiliche pontificie di proprietà della Santa Sede previste dai Patti Lateranensi del 1929, assieme a Loreto e ad Assisi. In quanto tale, essa espone lo stemma del Papa regnante.
Una particolarità che si riflette anche nella liturgia: nella preghiera eucaristica non si menzionano il vescovo diocesano e il Papa, ma il Pontefice e il vescovo delegato per la Basilica. Quest’ultimo, dal 1° agosto 2023, è mons. Diego Giovanni Ravelli, arcivescovo titolare di Recanati e Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie.
Lo stemma di papa Francesco era stato rimosso durante la sede vacante seguita alla sua morte.
Lo stemma di Leone XIV, reso pubblico il 14 maggio scorso, è tagliato in due: in alto un campo azzurro con un giglio d’argento, simbolo mariano; in basso uno sfondo bianco con il cuore ardente trafitto da una freccia, emblema dell’Ordine agostiniano, appoggiato a un libro. L’intero scudo è timbrato da una mitra e sormontato dalle chiavi petrine. Il motto scelto dal Pontefice, «In Illo uno unum», è tratto da sant’Agostino e significa: «Nell’unico Cristo siamo uno».
P.S. L’articolo è stato corretto: nella versione precedente si affermava in modo errato come vigesse il regime di extraterritorialità.