«Le persone vedove ricevono un dono speciale: sperimentano qui sulla terra la risurrezione; perdere il coniuge è sicuramente un dramma, ma può rappresentare anche un’opportunità, quella di toccare con mano la speranza nella risurrezione, che è il fondamento della nostra fede». Sono parole di don Sandro De Paoli, vicario foraneo del neo vicariato di Crespano, Quero-Valdobbiadene, Valstagna-Fonzaso, a poche settimane dal 14 giugno, giorno in cui vedove e vedovi si sono incontrati nel santuario giubilare di Nostra Signora del Pedancino, a Cismon del Grappa Don De Paoli si riferisce a quella relazione speciale che continua a sopravvivere tra coniugi separati fisicamente dal sopraggiungere della morte di uno dei due, relazione che prosegue in modo diverso, con l’amore che non cessa di esistere ma si trasforma; molte persone vedove sperimentano ancora la presenza del proprio caro, lo sentono presente in modo nuovo e unico.
L’appuntamento si è tenuto di sabato pomeriggio, con la partecipazione di una quarantina di persone vedove, di età diverse (per lo più tra i 50 e i 70 anni), prevalentemente del territorio, ma con alcune presenze anche da Padova e altri luoghi della Diocesi; con loro, anche una ventina di accompagnatori e quattro sacerdoti: oltre a don Sandro De Paoli, don Moreno Nalesso, parroco a Romano d’Ezzelino, don Gabriele Benvegnù, coordinatore della collaborazione pastorale La Piave e don Paolo Marzellan, incaricato vescovile per l’Ordo viduarum.
Il ritrovo alle 15 nella sala teatro parrocchiale di Cismon, dove il momento di accoglienza è stato vissuto con un segno, preparato da una vedova: una vasca d’acqua con immerso un drappo dello stesso colore, simbolo dell’amore che oltrepassa i confini e dell’acqua viva da cui si rinasce persone nuove. «Ai presenti è stato chiesto di scrivere su un biglietto il nome del proprio compagno/compagna defunto, nomi che poi sono stati letti durante la messa – racconta don De Paoli che, insieme a un gruppo di appassionati fedeli, ha preparato con cura l’incontro – A questo punto, ci siamo recati al santuario in processione, cantando e portando ciascuno una candela accesa sul cero pasquale; una volta raggiunta la chiesa, abbiamo rinnovato le promesse battesimali e siamo entrati, accolti dal canto giubilare del coro».
Dopo la celebrazione eucaristica, i partecipanti si sono recati nel centro parrocchiale dove sono stati ristorati grazie alla disponibilità dei volontari della pro loco e del gruppo alpini. Il gruppo è quindi rientrato nel salone dove è stata raccontata un’esperienza di vita vedovile. «Ho testimoniato la mia vita di moglie, madre, vedova ed ora vedova consacrata nell’Ordo viduarum di Padova – ha detto Silvana Ravazzolo – È stato bello vedere l’attenzione e l’interesse delle persone e percepire che possiamo annunciare che la vita continua ad offrirci spazi di serenità perché è la speranza cristiana nell’incontro con Cristo Risorto e il nostro sposo che dà un nuovo senso alla nostra vita».
La giornata ha visto l’intervento anche di Carlo Mocellin (vedovo della Venerabile Cristina Cella). «Ha riempito il cuore di un messaggio che va oltre, che dice che tutto non è finito con la morte del coniuge – racconta ancora Ravazzolo – Sono stata avvicinata per uno scambio personale e qui, ho avuto la consapevolezza che la mia consacrazione non è solo per me ma può esprimersi nell’incontro con altre persone vedove nel ministero della consolazione».
«Abbiamo ascoltato parole molto belle e toccanti, soprattutto perché dette da persone vedove ad altre persone che si trovano nella stessa situazione – continua don Sandro De Paoli – Si è creato un bel clima, nonostante le persone non si conoscessero. Siamo contenti di aver offerto la possibilità di vivere un momento importante, oltrepassando il pudore che talvolta si crea nei confronti di chi perde il coniuge. È stata un’esperienza di umanità e di fede in cui la vedovanza è stata considerata come una realtà dignitosa, non da commiserare, ma piuttosto da valorizzare, testimonianza della vita eterna».
Al termine della giornata, è stata consegnata a ciascun partecipante la lettera che il vescovo Claudio Cipolla ha scritto alle persone vedove (la lettera è scaricabile dal sito della diocesi).