Il 27 giugno scorso, un venerdì d’estate al calar del sole, ha avuto luogo il pellegrinaggio dei giovani a Monselice. Lungo il percorso giubilare che porta alle Sette Chiesette, sono stati guidati a vivere quattro tappe: il cammino, la bellezza, l’alteritá e il silenzio. Le domande guida del percorso e le testimonianze ascoltate – Marta Marangoni di Medici con l’Africa Cuamm e Dario Reda – hanno aiutato non solo a comprendere alcune tappe, ma hanno smosso riflessioni personali, posto domande e provocazioni che non hanno potuto lasciare indifferenti. Riscoprire la bellezza nella semplicità, nelle realtà concrete e nella quotidianità, nel proprio lavoro, nell’incontro con il prossimo. Conoscere l’altro, conoscere Dio e andare oltre la sua “figura” (dal Vangelo della trasfigurazione) per incontrarlo e costruire una relazione vera, autentica… Uscire dall’individualismo e dal narcisismo. I passi tra una tappa e l’altra hanno lasciato spazio ai pensieri e a ciò che si porta nel cuore… Verso la fine del percorso, i giovani sono stati inviatati a chiedersi: cosa non mi fa camminare? Cosa mi crea ansia, angoscia? Gettare le risposte nel fuoco, vicino alla croce con la scritta “Sei tu la mia speranza”, ha poi significato lasciare a Dio tutte le preoccupazioni, sganciarsi da ciò che il mondo ci chiede costantemente di essere/fare/ottenere e lasciarsi andare a ciò che, in realtà, ci fa essere veramente umani. La conclusione, poi, è avvenuta con la tappa del silenzio. Osservando le bellezze del Creato alla luce del tramonto, i giovani sono stati invitati a “disconnettersi” dal mondo e a connettersi con se stessi nel “qui e ora”. Il momento conviviale in piazza ha permesso di intessere dialoghi in un clima di gioia.