Chiesa
“Fidatevi di noi” questo il messaggio che viene da centinaia di giovani cristiani d’Europa in un tempo in cui la fiducia non è propriamente ai massimi livelli visti il continuare dei conflitti, il crescere delle diseguaglianze e degli egoismi, il consolidarsi di deliri di onnipotenza che da nord a sud e da est a ovest gareggiano nel disistimarsi a vicenda e a combattersi mietendo vittime innocenti. Vista anche un’Europa in difficoltà nel reagire a derive sconcertanti. Il messaggio è nel Manifesto “Una rivoluzione dello spirito giovane” che verrà letto il 1° agosto in occasione del Giubileo dei giovani e che è stato presentato il 2 luglio in Sala Stampa della Santa Sede.
Racconta di un cammino e di un sogno che hanno preso forma nella Chiesa spagnola e sono frutto di molteplici iniziative promosse dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (Ccee). Percorsi che stanno coinvolgendo anche giovani della Terra Santa come conferma l’ultima delle tre tappe del cammino: Roma 2025, Santiago 2027, Gerusalemme 2033.
“Si tratta di un documento spirituale e profetico – affermano i firmatari – che esprime con forza la nostra fede in Cristo e la nostra visione di un’Europa rinnovata”. Non è un elenco di buone intenzioni ma è la proposta di una rivoluzione nello Spirito che sfida una generazione in cui il 70% dei 16-19enni si dichiara non religioso e il 42% giudica priva di senso la propria vita.
Una rivoluzione che ad alcuni potrà sembrare astratta, o come usano dire i benpensanti e i conformisti, utopistica e giovanilistica.
Giudizi che si sono levati e si levano, a volte accompagnati da una nota di derisione, quando i giovani prendevano e prendono la parola per la salvaguardia dell’ambiente, per la lotta allo sfruttamento delle persone e all’illegalità, per opporsi all’assurdo e vergognoso ricorso alle armi.
A tante espressioni di miseria umana i giovani e le giovani che hanno sottoscritto Il Messaggio si ribellano non in nome di un’ideologia ma in nome e con la forza disarmata e disarmante del Vangelo.
“Condivido con voi questo bellissimo sogno e – ha commentato il Patriarca Latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa – so che anche i giovani della nostra Chiesa di Terra Santa, presenti in Giordania, in Palestina, in Israele e a Cipro, desiderano anch’essi essere parte con voi di questo bellissimo progetto…”.
Bellissimo progetto: viene alla mente il “sogno” di Robert Schuman, racchiuso in una sua risposta “post mortem” riportata nel libro “Qu’avons nous fait de l’Europe” (ed. Salvator, 2013) del giornalista Sebastien Maillard: “un grande appuntamento europeo con tutta la società civile ben al di là degli eletti e degli iniziati…”. Idea che David Sassoli incomincio nel 2020 a tradurre nella “Conferenza sul futuro dell’Europa”.
In entrambe le visioni c’era il desiderio di ritrovare “l’anima dell’Europa” perché il vecchio e affannato continente potesse rinverdire il suo compito di costruttore di pace, di giustizia, di libertà e di quella “solidarietà di fatto” anche oltre i suoi confini che Robert Schuman aveva posto nella Dichiarazione dell’8 maggio 1950.
Era il desiderio di un’Europa giovane nello spirito, costruttrice e generatrice di speranza. Oggi sono oltre seicento giovani cristiani europei e del Medioriente a raccoglierlo e altri se ne aggiungeranno. “Fidatevi di noi” è fin d’ora il loro messaggio.