Chiesa
Una Diocesi che si fa casa per chi è in cammino: è il volto che Padova vuole mostrare nei giorni che precedono il Giubileo dei giovani a Roma, accogliendo nelle proprie parrocchie circa mille pellegrini stranieri nel loro viaggio. Giovani provenienti da Francia, Polonia, Romania, Croazia, Bulgaria e Stati Uniti arriveranno tra sabato 26 e domenica 27 luglio – o, in alcuni casi, al ritorno, il 3 e 4 agosto – per sostare in Diocesi e vivere un’esperienza di fraternità, semplicità, gratuità. «L’idea – racconta Giorgio Pusceddu dell’ufficio di Pastorale dei giovani – nasce sulla scia di quello che abbiamo vissuto noi padovani a Porto, in Portogallo, per la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona. Ci siamo sentiti accolti, accompagnati, sostenuti. Ci siamo detti: proviamo a fare altrettanto anche noi, per chi sta arrivando in Italia». La proposta è stata accolta con entusiasmo: oltre dieci parrocchie hanno dato la propria disponibilità. Le realtà coinvolte sono sparse sul territorio diocesano: Arcella, Montà, Mandria, Cadoneghe, Sacra Famiglia, Ospedaletto, Monselice, Piove di Sacco, San Giorgio delle Pertiche… Il gruppo più numeroso arriva dalla Diocesi di Lione, con oltre 550 giovani. Altri gruppi vengono dalla Polonia, dalla Romania, da Washington, dalla Croazia e dalla Bulgaria. «La cosa bella – sottolinea Pusceddu – è che le richieste sono state inferiori alle disponibilità: diverse parrocchie si sono proposte spontaneamente, e abbiamo dovuto dire di no ad alcune. È stato comunque un bel segno». L’accoglienza sarà “in stile Gmg”: sacco a pelo e materassino nelle sale parrocchiali, pasti preparati da volontari, e soprattutto un clima di relazioni genuine. «Non si tratta solo di offrire un posto dove dormire, ma di vivere un’esperienza di relazione gratuita, dove ciò che conta è il calore con cui si aprono le porte e i cuori. Questo fa la differenza: mostra ai giovani che sono benvenuti». Unica occasione pubblica condivisa sarà la messa di invio che si terrà domenica 27 luglio alle 15.30 in Cattedrale, per chi sarà già arrivato in Diocesi. Il resto delle attività sarà autogestito dai singoli gruppi. Tuttavia, grazie al supporto del Comune di Padova, dell’Università e del Museo diocesano, i giovani potranno accedere ad alcuni luoghi simbolici in orari a loro dedicati: Orto botanico, Palazzo del Bo, Museo della natura e dell’uomo, battistero, Palazzo della Ragione. Il lavoro organizzativo è stato intenso, ma condiviso: «Il cuore di tutto è stato il coordinamento portato avanti da Rita De Julio della Caritas diocesana: ha tessuto i legami con i gruppi stranieri e con le parrocchie, permettendo che tutto si incastrasse». Ma, al di là dei numeri e degli aspetti logistici, c’è un senso più profondo che motiva questo impegno: «Sappiamo che questi eventi generano esperienze imprevedibili – evidenzia Pusceddu – I ragazzi partono con aspettative vaghe, ma tornano col cuore pieno. Tra le cose che più restano impresse, c’è proprio la bellezza di sentirsi accolti senza interessi. È un segno concreto di una Chiesa che ti ha a cuore». E conclude con un pensiero forte: «Queste esperienze sono un allenamento alla pace. Aprire le proprie case, i patronati, condividere tempo e risorse è il modo più vero per contrastare la logica della chiusura, della diffidenza, della sopraffazione. È così che si costruisce un altro modo di stare al mondo».
Il Giubileo dei Giovani del 2025 – pur non essendo ufficialmente una Gmg (la prossima sarà a Seul nel 2027) – ne possiede tutte le fattezze. L’esperienza del gemellaggio – un momento di scambio solitamente prima ma a volte anche dopo i giorni centrali della Gmg – è ormai ben rodata e appartiene al bagaglio della Chiesa padovana. La memoria più fresca è la Gmg del 2023, con il gemellaggio a Porto prima dei giorni di Lisbona, ma c’è chi ricorda i gemellaggi con Bielsko-Biala nel 2016 prima di Cracovia, con Saragozza nel 2011 prima di Madrid e con Monaco e Augusta prima di Colonia nel 2005. I più grandicelli portano nel cuore anche la memoria del grande Giubileo del 2000, quando migliaia di giovani diretti a Roma furono ospitati a Padova.