Don Matteo, giovane prete sul lago Maggiore, si è tolto la vita: una tragedia che lacera la comunità e rivela la fragilità che accomuna tutti, anche i pastori
Siamo in un momento storico dove anche le brutte notizie hanno l’onta della “bufala tecnologica”, della disinformazione, delle fake news. Era una sopita speranza che appartenesse a questo genere di cose, la notizia di domenica scorsa, quando sui telefonini ha cominciato a circolare la notizia del giovane prete suicida del lago Maggiore. “Suicidio” (dal latino homicidium composto da sui, genitivo del pronome riflessivo, e-cidio, da caedere, “tagliare a pezzi, uccidere” quindi uccidersi), istintivamente e per codardia, il pensiero ha cercato consolazione nella “falsa notizia”. Invece nel cuore di questa infuocata stagione, la realtà ci ha offerto l’inimmaginabile: il suicidio del giovane prete don Matteo, 35 anni, viceparroco di Cannobio. Nel paese sul lago Maggiore, ho amici. Uno è Mario, figura di spicco della comunità, che mi ha detto: «È tutto vero! È successo il giorno dopo la chiusura del grest, con i ragazzi che don Matteo aveva riportato all’oratorio, l’hanno visto vivo e poco dopo nella bara posta al centro dell’oratorio stesso». Un’immagine truce. Spaventosa. Disumana se pensiamo alle conseguenze dirette e indirette di questo gesto fisico, mentale e spirituale. Non puoi pensare che un uomo di spirito che fino a qualche ora prima celebrava messa davanti ai “suoi figli”, qualche ora dopo, viene trovato morto dal suo vecchio parroco. Non è un “padre che lascia i figli”. Ma è una comunità intera a restare orfana di una guida. C’è solo il dolore e la preoccupazione nel leggere i segni dei tempi. Tempi già segnati da un continuo “terrore”. Nessun giudizio verso don Matteo, ma solo una realtà comune a tutti. Dei preti, come per noi, per quella fragilità umana di cui siamo impastati, che ci toglie brutalmente i vestiti da “supereroi”, per “rivestirci” di pelle umana. Siamo davvero tutti sulla stessa barca. E nessuno si salva da solo. Solitudine che ancora una volta ha fatto centro.