Compie oggi 100 anni don Luigi Longo, secondo sacerdote centenario della Diocesi di Padova insieme a don Antonio Pedron. Ospite dell’Opsa dal 2021, è stato festeggiato questa mattina con una celebrazione semplice ma intensa, presieduta dal vescovo mons. Claudio Cipolla nella cappella di Casa Bortignon.
Una festa nella festa: insieme a don Luigi ha celebrato la maggiore età anche Alessandro, giovane ospite dell’Opsa che ha compiuto 18 anni. Accanto a loro, familiari, amici, sacerdoti e operatori della struttura, oltre alla sindaca di Rubano Chiara Buson che ha consegnato ad Alessandro una copia della Costituzione.
Dopo la messa, il clima di gioia si è esteso a un momento conviviale, fatto di auguri, riconoscenza e affetto. Nelle parole della sorella di don Luigi, Anna Romana Longo, emerge una gratitudine profonda: «È stata una giornata bella e commovente, gestita con grande garbo da don Roberto Ravazzolo e da tutto il personale dell’Opsa, che dimostrano ogni giorno un’attenzione delicata, non solo assistenziale ma anche umana».
Classe 1925, originario di Piove di Sacco, don Luigi è stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1948. Ha ricoperto incarichi in Seminario, nei Collegi diocesani e poi in diverse parrocchie: da San Vito di Valdobbiadene, dove è stato prima vicario e poi parroco, a Barbona e infine, dal 1974, alla parrocchia degli Eremitani di Padova, dove è rimasto fino al termine del ministero attivo. Dal 1975 è stato anche notaio aggiunto del Tribunale ecclesiastico diocesano.
Chi lo ha conosciuto lo descrive come un sacerdote raffinato e discreto, sensibile, colto, con un forte senso della misura. «Non era uno da pacche sulle spalle – racconta la sorella – ma un uomo intelligente e profondo, con uno stile delicato, capace di mettersi in relazione senza invadenza. Ha sempre voluto che la chiesa degli Eremitani fosse anche un luogo di cultura e bellezza, ospitando concerti e attività che valorizzassero lo spazio sacro».
La lucidità di don Luigi, anche oggi, stupisce e commuove: «Riconosce tutti, segue le conversazioni, ci accoglie con affetto». Conclude così la sorella, senza enfasi, ma con l’affetto solido di chi gli è stato accanto per una vita intera.