Nell’ultima settimana la Chiesa, attraverso l’intervento di suoi rappresentanti in diverse parti del mondo, ha alzato la voce. E lo ha fatto, ancora una volta, con lo sguardo ai più fragili in contesti di guerra e povertà, ma anche in un ambito che colpisce tutti, come il cambiamento climatico. Due di questi tre appelli sono arrivati quasi in contemporanea lunedì 14 luglio, uno dal Sud Sudan e uno dalla Cisgiordania. I vescovi sudsudanesi, tra cui il nostro conterraneo comboniano Christian Carlassare, hanno preso carta e penna e hanno scritto ai leader politici del loro Paese: «Chiediamo ai nostri leader di governo e di opposizione: avete davvero a cuore questo Paese e il suo popolo o siete solo preoccupati e ossessionati dalla ricerca del potere e della ricchezza?». Niente giri di parole, dunque. Non sarebbe stato possibile di fronte alle migliaia di persone che soffrono la fame, oltre alla distruzione delle loro comunità prodotta dalle scorribande impunite delle famigerate bande criminali note come niggers, che costringono alla fuga persone e famiglie in preda alla paura e al dolore. Nel villaggio cristiano di Taybeh – a pochi chilometri da Ramallah in Cisgiordania – sempre lunedì 14, di buon mattino, si sono presentati i patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme dopo gli attacchi da parte dei coloni israeliani che più volte (il 7 e l’11 luglio, ma non solo) hanno appiccato il fuoco ai pascoli del villaggio o portato i loro capi di bestiame a pascolare nelle fattorie degli abitanti. Nel messaggio del card. Pizzaballa e di altri capi religiosi cristiani hanno ribadito che «la Chiesa è presente fedelmente in questa regione da quasi 2 mila anni» e che «Respingiamo fermamente questo messaggio di esclusione e riaffermiamo il nostro impegno per una Terra Santa che sia un mosaico di diverse fedi che convivono pacificamente in dignità e sicurezza». Il terzo appello, datato 7 luglio, proviene dai vescovi delle Conferenze episcopali e dei consigli di Africa, Asia, America Latina e Caraibi e, in vista di Cop30: invita i governi e le società di tutto il mondo a rispondere con urgenza e giustizia alla crisi climatica. «Questo appello della Chiesa del Sud del mondo è un grido che non possiamo continuare a ignorare, un grido che ci spinge a essere solidali con le comunità di tutto il mondo, con le donne e le ragazze, con le voci indigene e con gli emarginati. Questo appello deve darci coraggio nel Nord del mondo, per riconoscere il nostro debito sociale ed ecologico verso il pianeta e le persone di tutto il mondo e apportare i cambiamenti radicali di cui abbiamo bisogno per proteggere la nostra casa comune», ha commentato Josianne Gauthier, segretario generale del Cidse (Cooperazione internazionale per lo sviluppo e la solidarietà), che unisce organizzazioni cattoliche di giustizia sociale da tutto il mondo. Tre appelli per tre fronti, tutti da seguire e da approfondire, perché ogni crisi è complessa, ha molte sfaccettature, e perché dell’impegno delle Chiese locali nel mondo sappiamo pochissimo. Ma da questi tre appelli sorge una domanda: qual è l’impegno della Chiesa locale in Italia, a fianco della popolazione che anche qui non è esente da povertà (economica, educativa, culturale…), ingiustizia ambientale, faticoso accesso alle cure? Storicamente, in Italia e in Veneto in particolare, la Chiesa ha accolto le sfide rimboccandosi le maniche e generando risposte concrete, che nei decenni sono poi state fatte proprie dallo stato (ospedali e scuole su tutto). Ma c’è un livello, quello “localissimo”, a misura di parrocchia e ora di Collaborazione Pastorale, in cui le comunità (attenzione: non è scritto “parroci”!) possono fare moltissimo per leggere bisogni e potenzialità di un territorio, farli emergere e collaborare con gli enti preposti per il bene. Spesso questo non accade per cattive relazioni o per una supposta ingerenza politica della Chiesa, la quale tuttavia rappresenta un alibi e finisce per impoverire tutti. Oggi come non mai, essere cristiani va testimoniato, ma non con l’obiettivo del “proselitismo”, bensì con l’idea di costruire.