Fatti
Un adeguamento di 45 milioni di euro degli stanziamenti previsti per i contributi alle scuole paritarie dell’infanzia. Nel disegno di legge relativo al “Rendiconto generale dello Stato per il 2024” e a quello recante le “Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno 2025”, il Governo ha inserito questa ulteriore voce rivolgendosi principalmente alle scuole materne non statali aderenti alla Fism, la Federazione italiana cui fanno riferimento novemila realtà educative con mezzo milione di alunni e oltre 40 mila dipendenti e migliaia di volontari. «L’adeguamento costituisce una risposta positiva alle richieste portate avanti dalla Fism – evidenzia il presidente nazionale Luca Iemmi – Federazione che quest’anno, deve confrontarsi con il dato della chiusura di oltre 350 scuole nell’ultimo biennio». Un dato che preoccupa, ma l’attenzione dimostrata dal Ministero delle finanze e dal ministro Giancarlo Giorgetti rappresenta una boccata d’ossigeno, seppur circoscritta a una sola, unica, misura: «Aspettiamo il decreto ufficiale, è prevedibile l’erogazione per il prossimo ottobre ma presumiamo che sia ripartito facendo riferimento agli otto mesi dell’anno scolastico 2024-2025 e ai quattro dell’anno 2025-2026 – sottolinea Mirco Cecchinato, presidente Fism di Padova – Va sottolineato che lo stanziamento che è previsto nel capitolo 1487/9, specifico delle scuole dell’infanzia, è unico e il nostro obiettivo è quello di provare a farlo diventare stabile anche negli anni prossimi». Si tratta di scuole gestite da enti privati ma riconosciute dal Ministero dell’istruzione come scuole paritarie, che devono seguire le stesse linee guida delle scuole statali. In questo caso, parliamo di scuole paritarie di ispirazione cattolica. I fondi erogati tramite il capitolo 1477/9 sono contributi statali che mirano a sostenere economicamente queste scuole, che possono essere gestite da enti non profit, associazioni, enti ecclesiastici, fondazioni, cooperative, imprese sociali, o enti pubblici. Un tema quanto mai attuale anche perché quest’anno ricorrono i 25 anni della riforma Berlinguer con la legge 30 del 2000, ancora in gran parte disattesa, nonostante sancisca il principio del sistema pubblico integrato di istruzione, considerando le scuole paritarie parte di un’unica rete educativa, insieme alle statali e degli enti locali. «Con il nuovo decreto che prevede, inoltre, l’assunzione di 55 mila insegnanti – aggiunge Cecchinato – sicuramente noi andremo ancora più in difficoltà per quanto riguarda il personale, perché fin quando non ci sarà un riconoscimento ufficiale, chi ha il titolo confluisce nello statale». Nonostante questo la fotografia che Mirco Cecchinato scatta sulla situazione nel Padovano è positiva e stabile: «Nel Padovano abbiamo 180 scuole, era prevista la chiusura di una sola scuola dell’infanzia a Conselve, ma è stata rilevata da una cooperativa e pertanto proseguirà l’offerta formativa. Avremo sicuramente un calo di alunni, forse qualche sezione in meno, ma il numero delle scuole rimane stabile. Abbiamo circa 15 mila alunni nelle nostre scuole fra infanzia e nidi, possiamo dirlo: non abbiamo problemi per quest’anno, anzi andiamo avanti tranquillamente».