Chiesa
Tra qualche settimana la città di Roma accoglierà migliaia di giovani da tutto il mondo che verranno per partecipare al loro Giubileo. Cosa portano nel cuore? Troveranno risposta alle loro domande di senso? Suor Daniela Del Gaudio, della Pontificia Accademia Mariana Internazionale, addita Maria come “bussola” per orientarsi nel cammino della vita.
Siamo alle soglie del Giubileo dei giovani, che inizierà con due giornate dedicate ai missionari digitali e influencer cattolici. Papa Francesco aveva definito Maria “influencer di Dio!”, perchè “senza volerlo né cercarlo è diventata la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia”. Suor Del Gaudio, in che modo un giovane può essere oggi “influencer di Dio” sulle orme di Maria?
Innanzitutto, mettendoci in comunicazione con la nostra storia, perché una grande tentazione oggi è che i giovani sono sconnessi dalla realtà. Maria è stata una donna sempre molto connessa con la realtà che ha vissuto per cui ha avuto la capacità di poterla influenzare proprio vivendola dal di dentro. Imitando il suo esempio i giovani possono diventare influencer di Dio se riescono a comunicare agli altri, specialmente ai loro coetanei, la bellezza che viene da una vita vissuta interamente nell’amore di Dio e dei fratelli. Penso che per un giovane oggi sia soprattutto importante comunicare questa gioia di vivere che Maria ha testimoniato aderendo in pieno al progetto di Dio. Scoprendo la sua missione, quella cioè di diventare madre di Dio, è partita subito per la casa di Elisabetta per comunicare questa gioia alla cugina e perciò ha intonato il canto del Magnificat che rappresenta un po’ la sua spiritualità di lode e di ringraziamento a Dio per tutti i doni che ha ricevuto.
Nei primi giorni del Giubileo i giovani metteranno sotto la protezione di Maria i loro progetti e la loro missione nel mondo. In che modo Maria può essere modello e guida nel cammino di santità per i giovani oggi?
Maria è da un lato testimone dell’amore di Dio e della capacità di risposta al progetto che Dio ha per noi e, dall’altro lato, è anche madre di ciascuno di noi, perché è stata madre di Gesù, per cui Maria può essere veramente un modello di come un giovane possa trasformare la propria vita facendo fruttificare i doni che Dio ci ha dato. Maria giovinetta di 15 anni ha subito vissuto fino in fondo la sua vocazione di diventare madre di Gesù andando a servire Elisabetta e poi portando Gesù a tutti. Quindi, Maria è modello per i giovani innanzitutto per la sua fede, poi per il coraggio e l’audacia di puntare in alto e rischiare per realizzare i suoi progetti, infine è maestra di speranza perché ci aiuta, con la sua materna vicinanza, a realizzare i nostri progetti per trasformare anche la nostra vita in un meraviglioso cammino di santità.
Papa Leone XIV ha esortato i giovani ad essere “fari di speranza” e “costruttori di comunità”. Come declinare questa chiamata nella vita quotidiana?
Oggi credo che sia molto urgente recuperare la speranza, perché si vede molto pessimismo anche nei giovani, che è frutto anche della poca preghiera e della poca fiducia in Dio. Maria insegna ai giovani che, fidandosi di Dio e scoprendo questa presenza importante nella nostra vita, possiamo essere felici anche nelle difficoltà, come per il divorzio dei genitori o per una delusione scolastica o relazionale. Affidandosi a Maria, donna della speranza, i giovani invece possono essere questa luce che riaccende nel mondo il desiderio e l’entusiasmo di vivere. La vita acquista valore, poi, nelle relazioni che costruiscono la comunità, a partire dalla famiglia. I giovani sono quelli che sono chiamati a costruire la comunità poiché hanno un animo aperto alla sincerità e all’amore, portando quei valori autentici che possono creare comunione e rendere bella quindi la quotidianità in tutte le realtà in cui ci troviamo a vivere. La Vergine Maria ci insegna la trasparenza di intenzione, senza ombra di egoismo, la bontà autentica, che crea relazione, senza prevaricare sull’altro, l’entusiasmo di costruire qualcosa di grande, che deve veramente connotare la vita dei giovani e che sicuramente influenza tutta la comunità, perché dona linfa nuova su cui poter crescere e superare le difficoltà e le tristezze che a un certo punto della vita possono arrivare. Infine, è molto importante il fondamento della preghiera, perché come la vita di Maria è stata condizionata molto dalla sua relazione con Dio, così la vita di tanti santi giovani si è realizzata a partire da questa relazione. Pensiamo a Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, ma anche Chiara Badano e tanti altri santi giovani che possono insegnarci come proprio la fede diventa il fondamento per costruire relazioni sante e rinnovare le nostre comunità.