Giubileo dei giovani di Roma? È anche una grandissima “prova generale” per la prossima Giornata mondiale della gioventù che, come annunciato da Papa Francesco a Lisbona, si svolgerà a Seoul nel 2027. Sono circa 1.500 i giovani che, dalla Corea, hanno raggiunto Roma per il Giubileo. Di questi 1.100 arrivano dall’arcidiocesi di Seoul. Con loro c’è anche mons. Paul Kyung-sang Lee, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Seoul e coordinatore generale del Comitato organizzatore locale (Col) della Giornata mondiale della gioventù 2027 di Seoul. Lo abbiamo intervistato.
Chi sono i giovani coreani? Quali situazioni vivono? Quali le sfide che vi preoccupano di più? E con quali attese, i ragazzi si apprestano a vivere oggi il Giubileo?
Certamente ognuno porta con sé sogni diversi, ma un sogno comune è soprattutto quello di avere un incontro con il Papa. Attraverso quell’incontro, sperano di sperimentare l’amore di Dio. I giovani coreani vivono il loro tempo di giovinezza in modo molto dinamico: sono creativi, vitali, pieni di energia. Tuttavia, la competizione estrema nei risultati scolastici si traduce in una competizione sociale ed economica che li appesantisce. Sono preoccupati per l’incertezza del futuro. Vivendo in un’era di cambiamenti rapidi e senza garanzie, provano ansia per le scelte professionali o imprenditoriali che sono chiamati a fare.
Più le difficoltà aumentano, più desiderano constatare che Dio è amore.
Non vogliono allontanarsi da Lui a causa di un malinteso su Dio; vogliono capire che Lui ci ha creati per amore, ha mandato il Suo Unigenito Figlio per salvarci e guida i nostri giorni offrendoci sempre ciò che è migliore. Per questo partecipano a varie attività pastorali nelle comunità locali, per approfondire questa verità.
Il Giubileo “romano” sarà per voi anche “una prova generale” per la Gmg 2027 di Seoul. Come stanno andando i preparativi? Cosa ha da “offrire” e da “dire” la Chiesa di Corea ai giovani di tutto il mondo?
Con l’aiuto dello Spirito Santo e grazie al sostegno del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita della Santa Sede e facendo tesoro delle esperienze accumulate durante le precedenti Giornate mondiali, i preparativi stanno procedendo in modo regolare. Questo Giubileo in effetti offrirà elementi di riferimento e ci offre la possibilità di fare una vera e propria prova generale. Anche il governo coreano, il Parlamento, le amministrazioni locali e i consigli provinciali hanno espresso la loro disponibilità e partecipano attivamente ai preparativi. Credo che l’affetto popolare verso i Papi – sia verso Papa Francesco sia verso Papa Leone XIV – favorisca la collaborazione da parte delle istituzioni. La Corea è l’unico esempio di nazione divisa e sarà il primo paese non cristiano ad ospitare una Gmg. Pensiamo che il tema della pace sia un valore universale che vogliamo condividere.
In tempi in cui giovani in tutto il mondo sono coinvolti in conflitti e subiscono perdite immense, desideriamo costruire un futuro in cui le nuove generazioni non siano trascinate inevitabilmente nelle guerre. Parliamo di pace.
Il tema indicato da Papa Francesco è tratto dal Vangelo di Giovanni 16,33: “Coraggio: io ho vinto il mondo”. È un’espressione d’amore straordinaria. Anche i martiri coreani, vivendo in epoca di persecuzione, hanno sperimentato questo amore e hanno superato la paura. Speriamo che si abbandonino pregiudizi e chiusure: che sia un evento dove si parli dell’amore di Dio, annunciato fino al dono della vita da Gesù Cristo.
Credete che il “vento” di gioia e di pace che porteranno i giovani di tutto il mondo in Corea possa favorire passi di avvicinamento, solidarietà e riconciliazione per la penisola coreana? C’è questa attesa?
Sì, abbiamo questa attesa e la speranza è viva e profonda. Naturalmente si tratta di una questione socio-politico-diplomatica molto delicata, pertanto accompagniamo tutto con preghiera fervente.
Dopo Roma, la prossima tappa sarà Seoul. Cosa vorreste dire ai giovani riuniti a Roma per invitarli a venire in Corea?
Vi aspettiamo alla Gmg di Seoul 2027 per vivere un’esperienza di servizio, immersi nell’amore di Gesù che ha servito tutti.
Speriamo che, riconosciuto il Signore come nostra forza, possiate purificare la memoria del passato, vivere la riconciliazione nel presente e aprire il futuro con coraggio. Il nostro impegno sarà quello di servirvi con tutto il cuore affinché in questo servizio si rifletta la luce dell’amore di Gesù per ciascuno.