Idee
Chi non ricorda la celebre canzone “Azzurro” di Celentano e Conte il cui protagonista lamentava la solitudine estiva? “Cerco l’estate tutto l’anno. E all’improvviso, eccola qua. Lei è partita per le spiagge. E sono solo quassù in città” Vi era un riferimento anche al tempo trascorso in oratorio: “Sembra quand’ero all’oratorio. Con tanto sole, tanti anni fa. Quelle domeniche da solo. In un cortile a passeggiar. Ora mi annoio più di allora. Neanche un prete per chiacchierar”.
Potremmo pensare che sia un testo datato, bello solo da ricordare, ma a ben vedere non è proprio così. Mentre i telegiornali si soffermano sugli esiti di vertici e guerre che sembrano non finire mai oppure sugli esodi estivi e le giornate da bollino nero in autostrada c’è una gran parte di italiani che in vacanza non ha la possibilità di andare ed è costretta, suo malgrado, a rimanere a casa in città.
Spesso si tratta di anziani, in coppia o soli, oppure di famiglie indigenti che non possono permettersi le spese di villeggiatura. Tante persone che non fanno notizia ma che meritano una grande attenzione perché la loro solitudine non li porti a vivere drammaticamente questo tempo che dovrebbe essere per tutti di serenità e di riposo.
Un primo antidoto a queste situazioni è quello di
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unire le forze, per esempio all’interno dello stesso condominio.
Siamo chiamati ad osare di più, a bussare a porte che magari si tende ad ignorare. Possono nascere dei legami nuovi e inaspettati e lo svilupparsi di incontri inediti può dar vita a iniziative semplici ma efficaci. Perché, per esempio, non organizzare delle gite in città dove magari passano torme di turisti e invece paradossalmente noi residenti non siamo mai stati o chissà quanti anni prima? Riscoprire la propria città è un’iniziativa che può dare grandi soddisfazioni e permette di scuotersi da quel torpore e cupezza che prende chi non sa con chi trascorrere i giorni lunghi estivi. Anche solo aprire la porta di casa al vicino e condividere, se non un pranzo o una cena, una merenda pomeridiana può essere un piccolo gesto ma rivoluzionario perché davvero controtendenza, rispetto alla tentazione dell’autosufficienza. Quello che dovrebbe accomunare coloro che non possono godere del cambio di località e del piacere delle vacanze è il gusto di conoscersi meglio e di stringere dei rapporti altrimenti trascurati. Il condominio, che spesso rimane un luogo anonimo in cui non ci si conosce e frequenta se non incrociandosi sulle scale o all’ingresso, può divenire un ambiente di comunicazione più dinamica se si mette in campo un poco di generosità e curiosità rispetto a quanto succede abitualmente.
Anche all’interno delle stesse famiglie l’auspicio è che il rimanere a casa in città non sia solo occasione di rassegnato rammarico, ma stimoli il desiderio di conoscersi più in profondità, di dedicarsi del tempo speciale, di venirsi letteralmente incontro con l’intenzione concreta di mettere in comune passioni e desideri.
In quest’ottica
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anche le comunità parrocchiali sono chiamate ad un compito speciale nel porre attenzione a tutte quelle situazioni di solitudine che in estate possono diventare veramente difficili da sostenere.
Vi sono iniziative di tipo caritativo che sono attive anche durante il resto dell’anno, ma oltre ai viveri e ai beni di prima necessità ciò che una comunità non dovrebbe mai far mancare ai suoi parrocchiani è la disponibilità di tempo e di ascolto. Sarebbe auspicabile che se anche il quartiere si assopisce e molte serrande di negozi vengono abbassate, la chiesa resti davvero sempre aperta e permetta ai fedeli di avere un costante punto di riferimento non solo per le celebrazioni, ma anche – come appunto cantava Celentano – per avere un sacerdote o un fratello con cui parlare. Attraverso dei turn over e un’organizzazione mirata si può riuscire a far sì che in parrocchia ci sia sempre qualcuno, una sorta di sportello di ascolto che se interrompe il suo servizio ordinario, non lascia del tutto chiusa la porta rispetto alle tante grandi e piccole urgenze che possono verificarsi nelle famiglie e soprattutto fra le persone anziane. L’augurio è che per tutti, quindi, estate sia sinonimo di distensione e nessuno possa sentirsi lasciato solo.