Quella intitolata alla Sacra Famiglia è l’unica parrocchia cattolica latina nella Striscia di Gaza. La sua è una storia antichissima che prende le mosse dalla narrazione evangelica che colloca la Sacra Famiglia, Giuseppe, Maria e il Bambino Gesù in cammino su questo tormentato lembo di terra quando erano in fuga verso l’Egitto per sfuggire alla persecuzione di Erode. Leggende e tradizioni locali, inoltre, affermano che la Sacra Famiglia, di ritorno dall’Egitto, si sarebbe fermata a Gaza, che a Gaza il diacono Filippo avrebbe battezzato l’etiope, di cui parlano gli Atti degli apostoli (8, 26-40) e che Gaza fu uno dei centri evangelizzati da san Pietro.
Antica sede vescovile. Situata nei territori della Palestina, Gaza è stata anche un’antica sede vescovile della provincia romana della Palestina, suffraganea dell’arcidiocesi di Cesarea. Il Martirologio romano ricorda diversi santi e martiri di Gaza. Tra questi, i santi vescovi Silvano (4 maggio) e Porfirio (26 febbraio). A quest’ultimo è intitolata la parrocchia greco ortodossa di Gaza. Vanno ricordati, poi, san Timoteo, ucciso all’epoca dell’imperatore Diocleziano (19 agosto), i martiri Eusebio, Néstabo, Zenone e Nestore, messi a morte durante le persecuzioni all’epoca dell’imperatore Giuliano l’apostata (21 settembre); l’eremita Ilarione (21 ottobre) e l’anacoreta Barsanufio (11 aprile). Tra il V e VI secolo a Gaza prosperò la vita eremitica e cenobitica con la nascita di diversi monasteri, tra cui quello di sant’Ilarione, fondato verso la metà del IV secolo e quello di Isaia del 510. Tra i vescovi di Gaza si ricordano in particolare: Asclepa, che prese parte al concilio di Nicea del 325, di cui quest’anno ricorrono i 1700 anni, deposto ed esiliato per la sua fedeltà al credo niceno, venne riabilitato solo diversi anni dopo; Netoras che prese parte al concilio di Efeso del 431, al secondo concilio di Efeso del 449, al concilio di Calcedonia del 451 e al sinodo di Costantinopoli del 459, durante il quale sottoscrisse la lettera di Gennadio I contro i simoniaci. Tra il 636 e il 637 la città cadde in mano ai musulmani con la comunità cristiana che sopravvisse. La sede fu elevata al rango di arcidiocesi, documentata all’epoca dei Crociati. Gaza, oggi, non risulta essere una diocesi attiva del patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme. Dal XIX secolo è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica ma la sede è vacante dal 24 febbraio 1964. L’unica parrocchia cattolica della Striscia di Gaza, quella latina della Sacra Famiglia, è parte integrante del Patriarcato di Gerusalemme dei Latini, guidato dal card. Pierbattista Pizzaballa, che non manca di sostenerla in ogni modo, con aiuti, visite e preghiere.
Piccolo gregge. La parrocchia attuale si trova a Gaza City, nel quartiere di Al Zaitoun, nella cosiddetta “Città vecchia” (Old city). Prima dell’attacco terroristico di Hamas contro Israele, la comunità cattolica gazawa contava poco più di 100 battezzati, su oltre 1.000 cristiani, in larghissima maggioranza greco-ortodossa. Nel 2007 le stime parlavano di 7mila cristiani. Una esigua minoranza rispetto ai 2,3 milioni di abitanti tutti di fede musulmana. La parrocchia ospita nella sue strutture circa 450 sfollati cristiani che hanno perso praticamente tutto a causa della guerra scoppiata tra Hamas e Israele in seguito al 7 ottobre.
Ruolo significativo. Nonostante le sue piccole dimensioni la Chiesa cattolica a Gaza ha sempre giocato un ruolo significativo nel campo sociale, con le sue case di accoglienza, le scuole e le sue strutture sanitarie collegate alla Caritas Jerusalem. La parrocchia può contare su tre sacerdoti missionari appartenenti all’Istituto del Verbo Incarnato (Ive), il parroco padre Gabriel Romanelli, il suo vicario, padre Youssef Asaad e padre Carlos Ferrero, provinciale dell’Ive in Medio Oriente. Ad aiutarli nella pastorale le Suore del Verbo Incarnato, le Suore della Carità di Madre Teresa che accudiscono circa trenta bambini gravemente disabili e quelle del Rosario. Si prendono cura di malati, disabili, anziani, indipendentemente dalla loro religione.
La parrocchia gestisce due scuole primarie e secondarie, proprietà del Patriarcato latino di Gerusalemme, oltre ad alcune cliniche e al centro pastorale Tommaso d’Aquino. La scuola della Sacra Famiglia di Gaza, frequentata da circa 700 alunni, è stata costruita nel 1974 dal Patriarcato Latino. È considerata la migliore di Gaza per l’elevato standard educativo che offre. Le Suore del Rosario hanno fondato una scuola nel 2000 e prima del 7 ottobre 2023 contava un migliaio di studenti, in larghissima maggioranza islamici. La scuola è stata colpita e gravemente danneggiata dai raid di Israele. Le suore del Rosario hanno lasciato la Striscia lo scorso anno, ad aprile.
Un’oasi di solidarietà. La parrocchia, come spesso la definisce il parroco Romanelli,
“è un’oasi di solidarietà in mezzo alla tragedia della guerra. Migliaia di famiglie musulmane che abitano nei paraggi della chiesa vengono sostenute materialmente dalla comunità cristiana che raziona gli aiuti proprio per essere di aiuto a quante più persone possibile”.
Scampata più volte ai raid israeliani che hanno preso di mira il quartiere di Al Zaitoun, la Sacra Famiglia lo scorso 17 luglio è stata colpita da un tank israeliano che ha provocato tre morti e oltre 10 feriti.
Nell’estate 2014, durante l’Operazione “Margine di protezione”, gli aerei israeliani colpirono la casa delle Suore del Verbo incarnato, dentro la parrocchia. Ancora, il 16 dicembre del 2023 un carro armato israeliano colpì uno degli edifici della parrocchia, nello stesso giorno un cecchino freddava due donne rifugiate che si trovavano nel cortile interno della parrocchia. Sulla parrocchia, come su tutta Gaza City, incombe adesso l’ordine di evacuazione di Israele, nell’ambito della operazione militare “I carri di Gedeone 2”. A rassicurare i rifugiati e gli amici della parrocchia sparsi nel mondo è il parroco Romanelli che ogni giorno ricorda che l’ordine di evacuazione non riguarda la zona della parrocchia detta “Città Vecchia”.