Idee | Lettera.D
Dopo le vacanze estive, ritorna il suono della campanella. Il puntuale ripresentarsi dei mille problemi, colpevolmente irrisolti, non deve offuscare la bellezza e l’importanza dell’avvio di un nuovo anno scolastico. Un tempo favorevole, per tutti, per guardare avanti con fiducia e responsabilità.
Le aule, i corridoi, i cortili sono, infatti, il laboratorio quotidiano dove le nuove generazioni si allenano alla convivenza tra differenti, scoprendo la complessità della realtà e il valore del dialogo e della mediazione nonviolenta. Proprio nel conflitto scoprono che anche la sofferenza fa parte della vita, ma allo stesso tempo apprendono che, con intelligenza e sensibilità, può diventare occasione di crescita reciproca. Nulla di ciò è spontaneo, ma possibile grazie alla presenza di educatori adulti.
La scuola, oggi alquanto controcorrente, osa la vera integrazione, perché insegna a vedere nell’altro non un nemico o un limite alla libertà personale, ma una ricchezza, un incontro inatteso, gravido di possibilità promettenti.
Anche quest’anno, infatti, la vera novità della scuola non sta nelle interminabili riforme dei programmi o nell’inserimento di sempre più mirabolanti tecnologie, ma nelle persone. Ogni studente è un mondo che si affaccia sul presente, con i propri sogni e le proprie fragilità, a cui va lasciato spazio, perché esprima se stesso, formuli domande, coltivi il desiderio di futuro.
Come il giovane Davide, forse in maniera meno educata, i ragazzi oggi ci chiedono di rinunciare d’appesantirli fin da subito con pesanti “corazze”, nell’affrontare il loro Golia. Si tratta di scommettere un po’ sul loro protagonismo: forse con la loro semplice fionda ci stupiranno. E allora davvero la scuola diverrà una molteplicità di sguardi sulla realtà, un cantiere in cui si costruisce la comunità di domani. Qui, infatti, può ancora avvenire l’incontro tra generazioni, dove realmente tutti possono imparare ad apprendere gli uni dagli altri, a trasmettere esperienze e a rinnovare continuamente il tessuto sociale.
Ma la scuola non è solo socializzazione. È anche, e soprattutto, ricerca e apprendimento: del vero, del bello, del buono e del giusto. In un’epoca spesso segnata da superficialità e velocità, essa rappresenta lo spazio privilegiato per fermarsi a riflettere, a porre domande scomode, a sviluppare un pensiero critico che non si accontenta delle risposte preconfezionate. Luogo di conoscenza, di discernimento e di valutazione, per scegliere con consapevolezza. Imparare e pensare con rigore e disciplina, per diventare liberi.
La scuola non si limita a preparare a un mestiere, ma a generare cittadini, responsabili e competenti. Ogni lezione, attività, progetto è parte di un percorso globale e continuo: aiutare le nuove generazioni a scoprire la propria vocazione, a riconoscere ciò che possono donare alla comunità e al mondo.
La scuola accompagna i ragazzi a scoprire non solo “chi sono”, ma anche “per chi sono”: persone chiamate a costruire una società più giusta, solidale e aperta.
Guardiamo quindi al nuovo anno scolastico in modo positivo e costruttivo. Non un semplice augurio, ma un impegno comune. Tutti chiamati a riconoscere nella scuola una priorità, a sostenerla, a valorizzarla. Ogni banco occupato è un investimento, ogni libro aperto è una finestra sul domani, ogni relazione costruita è un mattone nella casa della comunità.
La scuola non è un peso, ma una risorsa. Perché la scuola, quando è vissuta pienamente, è il luogo dove inizia il futuro di tutti.