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In questi giorni ricchi di proiezioni, sul grande schermo del Lido di Venezia protagonista è stata anche la provincia di Padova, che ha ospitato parte delle riprese di due film presentati nella cornice della Mostra del Cinema in corso fino al 6 settembre.
Tra le varie location in Veneto ed Emilia-Romagna, la produzione de Il Rapimento di Arabella – in concorso per la sezione Orizzonti– ha fatto tappa anche ad Abano Terme e negli ambienti della Villa Sagredo a Vigonovo e dell’ex base militare di Bagnoli di Sopra. Proprio quest’ultima ha così riaccolto una troupe dopo quella guidata alcuni anni fa da Luca Guadagnino per la serie We Are Who We Are, la cui supervisor art director Monica Sallustio adattò a scopo cinematografico gli spazi del complesso presente nella frazione di San Siro. Lo ricorda Francesca Bozza che, mossi in quell’occasione i primi passi nel reparto scenografia, è tornata nel suo paese d’origine come arredatrice del nuovo film della regista Carolina Cavalli, in cui la ventottenne Holly è convinta di aver trovato nella piccola Arabella la sé stessa di un tempo.
«Il set è rimasto aperto da luglio a settembre dello scorso anno – ricorda – e per l’occasione abbiamo riutilizzato, con opportune modifiche, alcuni set confermando le potenzialità della base nel poter diventare per il Veneto un importante polo di produzione. Gran parte delle riprese si sono svolte qui e in altre zone di Bagnoli, scelte dalla regista per il loro essere dei non-luoghi adatti all’idea di un film senza tempo e senza luogo». Il lavoro di tutte le maestranze accorse nel piccolo paese ha evidenziato ancora una volta per queste zone l’importanza di ospitare la macchina produttiva della settima arte: «Il cinema è un’azienda che porta un grande indotto economico nel territorio – illustra Bozza, evidenziando poi l’impatto sull’occupazione – Dovunque andiamo, cerchiamo sempre dei manovali, molto importanti anche per la loro conoscenza del luogo, o altri profili; sono posti di lavoro od opportunità che devono ovviamente essere ben spese dalle singole persone».
Ai vantaggi per il suo paese guarda anche il sindaco di Bagnoli, Matteo Ruzzon: «Oltre ad aver interessato aziende e cittadini, impegnati magari in un ruolo retribuito di comparsa, il film è un valore aggiunto e una cassa di risonanza per la zona». Obiettivo sicuramente reso possibile anche dalla collaborazione della popolazione, nonostante i momentanei disagi che alcune riprese possono arrecare alla quotidianità dei piccoli centri, sempre più ricercati dal grande schermo. «Penso che il cinema sia proprio alla ricerca di siti che consentano alla troupe di lavorare con meno difficoltà, ad esempio se necessita di chiudere una strada – riflette il primo cittadino. Nei paesi di campagna si trovano ambienti reali capaci di garantire una sensazione di novità».
Presentazione veneziana anche per L’invisibile filo rosso, in cui il regista Alessandro Bencivenga dirige l’incontro tra l’infermiere ischitano Gennaro e il paziente di un manicomio trentino, testimone di un passato di sofferenze e ingiustizie che la società ha cercato di cancellare. Ad essere interessata da alcune riprese è stata in questo caso Montagnana, un’occasione del tutto inattesa nata da un incontro casuale. «Una nostra concittadina ci ha presentato il presidente dell’Italy Film Commission, Antonio Parciasepe, che ha deciso di portare nella nostra città un breve laboratorio teatrale e cinematografico tra i cui ospiti c’era anche Bencivenga – ricorda l’assessore alla cultura e turismo Elisa Rossetto –Quest’ultimo ha trovato negli interni del nostro palazzo comunale e nella piazzetta san Francesco dei luoghi ideali per il suo film, prevalentemente girato a Pergine Valsugana». Trasformata a fine maggio in un veloce set con un coinvolgimento attivo della popolazione, Montagnana vede ora in questa esperienza un nuovo possibile volano per il turismo. «Stiamo cercando di farci conoscere anche dal punto di vista cinematografico e teatrale, oltre all’ospitalità in determinate occasioni di influencer, i cui contenuti social sulla città velocemente virali abbiamo visto contribuire all’aumento del turismo giovanile e mordi e fuggi – spiega Rossetto, prima di annunciare una novità frutto della collaborazione con l’Italy Film Commission. Partirà in autunno una scuola cinematografica e teatrale, ovvero un corso complessivo di otto mesi che accoglierà a Montagnana giovani da tutta Italia, oltre ad artisti e registi con cui magari potranno nascere nuove opportunità».