Chiesa
Ogni anno, dal 1 settembre al 4 ottobre, la famiglia cristiana si unisce in un tempo di preghiera e di azione per proteggere la nostra casa comune. Un “Tempo del Creato” in cui siamo tutti invitati ad un’intenzione più fervente rispetto alla salvaguardia della Terra e alla sua tutela. In questo contesto è bene chiedersi ancora cosa possiamo fare come famiglie perché la preghiera sia seguita da azioni concrete e coerenti. Uno degli ambiti che ci vede tutti protagonisti attivi è quello della riduzione dello spreco e alla frequentazione del riciclo come prassi abitudinarie nel nostro agire. In casa molte sono le occasioni in cui possiamo tener fede ad un atteggiamento ecologico. Prima fra queste l’abitudine a non sprecare il cibo che è qualcosa che si impara in tenera età ed è bene che i genitori insegnino ai bambini fin da subito. La buona regola di finire il cibo che si ha nel piatto non dovrebbe mai passare di moda anche senza ricorrere a minacce e ricatti morali, ma solo per rispettare un principio di buon senso. Sappiamo che tonnellate di cibo vanno sprecate sulle tavole del mondo occidentale mentre ancora ci sono Paesi del mondo che soffrono la fame o la mal nutrizione. Ancora più gravi sono le situazioni di guerra o carestia di cui continuamente abbiamo notizia attraverso i mezzi di informazione con una frequenza così elevata che rischia talvolta di farci rimanere indifferenti o non sufficientemente scandalizzati. Il cibo è vita, nella nostra società è spesso sinonimo anche di gioia, è bene che i ragazzi siano sensibili al valore che hanno gli alimenti e si prestino ad essere educati a mangiare senza abusi, eccessi e appunto sprechi. Anche nel fare la spesa si può essere orientati da scelte in coerenza con la difesa del Creato. Ormai è risaputo che bisognerebbe sempre poter risalire alla filiera di produzione degli alimenti per sapere se essi sono ricavati attraverso sistemi che rispettino l’ambiente e la natura. Non si tratta solo di scegliere i frutti della terra a km 0 o comunque più vicini nella zona di produzione, ma anche di prediligere quei prodotti che garantiscano trasparenza e rispetto delle regole nel loro processo di sviluppo e distribuzione. Spesso non siamo così attenti come potremmo esserlo e, per fare solo un esempio, spesso acquistiamo alimenti con molta leggerezza, pur sapendo che non sono beni di consumo conformi a criteri ecologici. Oltre che a tavola e sul banco della spesa è anche nello smaltimento dei rifiuti che possiamo fare ancora molti progressi per evitare sprechi e dispersione di energia. Quanto siamo sensibili a mantenere dei rigidi criteri per la raccolta differenziata? Molto spesso per solo un poco di comodità in più rischiamo di compromettere la catena virtuosa del riciclo perché non distinguiamo un materiale dall’altro ma buttiamo in modo distratto e indistinto compromettendo la raccolta urbana in cui siamo coinvolti in prima persona. Quello che si trova nei cassonetti sotto casa è infatti il risultato di abitudini consolidate e conoscenze apprese sul campo con zelo e intraprendenza. È, per esempio, ormai risaputo che le stesse plastiche o involucri leggeri debbono essere puliti perché possano generare altri materiali riutilizzabili. Non basta, quindi, solo il separare ma bisogna farlo con criterio e attenzioni particolari. Anche in occasione di traslochi o smantellamenti di appartamenti ed uffici i cittadini sono chiamati ad un alto senso di responsabilità. Quello che, per esempio, comporta la chiamata degli addetti specializzati per buttare oggetti di grandi dimensioni non più utilizzabili. Spesso nelle grandi città si trovano ancora cumuli di rifiuti ingombranti presso i cassonetti, lasciati lì senza preoccuparsi se verranno ritirati, cosa che non può avvenire ordinariamente. Sono queste sacche di resistenza al buon comportamento che vanno indagate e denunciate e dobbiamo farci sempre un serio esame di coscienza quando non siamo nel caso di necessità per non farci trovare impreparati quando starà a noi avere l’attenzione giusta per la situazione che ci vede coinvolti. Sono solo alcuni esempi che mettono, però, in evidenza come non ci si possa distrarre rispetto a questi oneri e soprattutto ci invitano ad un principio di coerenza. Non si può pregare contemplando la bellezza del Creato e nel frattempo non preoccuparci della sua custodia concreta ad opera delle nostre mani. Se è giusto che la preghiera si faccia strumento di pace fra gli uomini e il loro ambiente di vita è fondamentale che tale richiesta di pace si sviluppi anche nei comportamenti. L’azione orante del cristiano lo vede impegnato in un canto che si fa lode per tutto ciò che ci circonda e nello stesso tempo ci responsabilizza come custodi individuali e collettivi di questo patrimonio così spesso messo in pericolo dalle nostre omissioni e distrazioni. L’auspicio è che il cristiano adulto apprenda sempre più un linguaggio e una prassi in cui l’amore per il prossimo e quello per il Creato non abbiano alcuna soluzione di continuità, ma piuttosto siano vissuti in armonia e testimoniati insieme. È importante che affiniamo questo sguardo unitario che non ceda a strabismi e incoerenze. Il tempo che stiamo vivendo ci sollecita anche con la partecipazione ad eventi e celebrazioni mirate a questo scopo, non lasciamoci sfuggire l’occasione di crescere in sensibilità ecologica in cui come credenti siamo chiamati a primeggiare.