Fatti | Dal Municipio al Campanile
Il sindaco: «La biblioteca ha visto in dieci anni quintuplicare gli accessi mensili. Vorrei far appassionare i giovani alle arti. La Casa delle associazioni nel nome di Cristina Pavesi»
Da quattro anni è sindaco di Campolongo Maggiore e la più grande soddisfazione di questo tempo di governo della cittadina veneziana, dal suo punto di vista, è la straordinaria opportunità resa dalle risorse Pnrr messe a disposizione dall’Unione Europea, che hanno permesso riqualificazioni e nuovi interventi delle strutture comunali. «Quando sono stato eletto, nel 2021, venivano pubblicati i primi bandi Pnrr e mai avrei pensato che potessimo raggiungere i risultati di oggi, ottenuti grazie all’arrivo di quasi 11 milioni di euro nella nostra cittadina – spiega il sindaco Mattia Gastaldi, 43 anni – Queste risorse sono state impiegate a favore dei ragazzi e del loro futuro, destinate soprattutto all’edilizia scolastica, al nuovo refettorio della scuola dell’infanzia di Bojon, alla moderna palestra-auditorium nella primaria del capoluogo, all’ampliamento dello stesso plesso con l’introduzione di altre aule, a un nuovo asilo nido di trenta posti. E grazie al bando “Scuole future”, il prossimo anno sorgerà un polo scolastico a Liettoli con una scuola dell’infanzia al piano terra e una primaria al primo piano».
Tra gli interventi edilizi previsti dall’amministrazione, in sinergia con i privati, c’è anche una residenza per anziani la cui realizzazione potrebbe prendere avvio già entro l’anno e dovrebbe ospitare fino a 120 persone avanti nell’età, sia autosufficienti che non. Campolongo Maggiore, Comune a sud della Riviera del Brenta, è attraversato dall’omonimo fiume e confina con il territorio della Saccisica; vi sono presenti quattro frazioni in cui vivono 10.700 abitanti: «Ci troviamo in una zona strategica, a un paio di chilometri dal grande centro di Piove di Sacco, vicini alla statale dei Vivai e a meno di mezz’ora da Venezia. Negli ultimi decenni la popolazione è andata aumentando grazie anche all’attrattività dei servizi e alle proposte che mettiamo in campo; tra queste, l’ampia offerta culturale che comprende rassegne teatrali, musicali e letterarie. Qualche mese fa abbiamo ristrutturato il centro civico con il suo teatro e ripensato spazi e organizzazione della biblioteca, che in dieci anni ha visto quintuplicare gli accessi mensili: credo moltissimo nell’importanza di far appassionare giovani e giovanissimi alle arti, alla lettura, al teatro. Un nostro gioiello è anche il museo archeologico in un territorio ricchissimo di reperti, tanti volontari lo fanno vivere con passione e dedizione».
La cultura a Campolongo va di pari passo con il tema della legalità che il Comune, ormai da venticinque anni, promuove con dibattiti e iniziative formative, che trovano linfa in un ricco associazionismo. La Casa delle associazioni ha trovato spazio nell’ex villa sequestrata al malavitoso Felice Maniero: è intitolata a Cristina Pavesi, giovane donna che perse la vita nel 1994 durante un attacco violento da parte della mafia del Brenta. All’interno dello stabile è presente anche il museo della legalità: alcuni artisti stanno donando le loro opere per trasmettere messaggi di giustizia e modelli positivi ai più giovani. «Con le parrocchie la collaborazione è buona, lavoriamo insieme per l’organizzazione di eventi ma anche nell’ambito del welfare; abbiamo un tavolo sulle famiglie e i servizi sociali sono in contatto costante con le Caritas parrocchiali, sentinelle del territorio. Come amministrazione sosteniamo inoltre le due scuole dell’infanzia parrocchiali e i gli asili nido, che contribuiscono, insieme alle strutture comunali, a soddisfare il fabbisogno delle famiglie».
Il parroco: «Quattro parrocchie divise dal fiume vivono oggi una collaborazione pastorale rinnovata. Il Sinodo ha favorito dialogo e condivisione, rafforzando fede e iniziative»
Nel territorio di Campolongo Maggiore sono presenti quattro chiese, due delle quali situate dal lato del fiume Brenta che guarda verso Piove di Sacco, nel Padovano: sono Santi Felice e Fortunato e San Lorenzo (nella frazione di Liettoli); le altre due si trovano invece nella parte del Comune che volge verso il Veneziano: San Nicola di Bojon e Santa Maria Assunta. «Ci riteniamo molto fortunati perché qui è ancora presente un prete per ogni parrocchia – racconta don Emanuele Degan, 55 anni, parroco nella chiesa del capoluogo – La realtà da un punto di vista ecclesiale è molto bella anche se soffriamo la separazione “fisica” tra comunità, causata dalla presenza del fiume che “taglia” il territorio: prima del Sinodo facevamo persino parte di vicariati diversi, ora, invece, siamo inseriti nella stessa collaborazione pastorale e per questo maggiormente chiamati al dialogo. Le resistenze non mancano ma gli incontri sinodali e la visita pastorale del vescovo ci stanno aiutando a comprendere meglio il significato del cambiamento richiesto e a farci parte attiva di un cammino condiviso».
Il Sinodo, in questa parte di Diocesi, ha avuto un impatto rilevante, per esempio per quanto riguarda i gruppi giovani o nell’ambito Caritas, poiché nelle parrocchie che guardano al “Padovano” sono realtà radicate da tempo nella Saccisica. «Il desiderio è dare attuazione a quanto emerso, il confronto del resto era in atto da tempo – sottolinea ancora il parroco, originario di Ponte San Nicolò, presente a Campolongo dal 2013 – Oggi le quattro parrocchie sono inserite nella collaborazione pastorale “Campo in rete” che abbraccia anche le comunità di Camponogara e Campagna Lupia; il nome rimanda al suffisso dei nomi “Campo”, mentre “rete”, oltre a riferirsi alla collaborazione tra comunità, richiama la rete dei pescatori in un territorio che si affaccia sulla laguna di Venezia».
La fede che si respira in questi luoghi – incastonati tra i grandi centri di Piove di Sacco, Padova, Chioggia e Venezia – è ancora forte, qui sono fiorite diverse vocazioni: la più recente è quella di Elena Salvagnin, prossima missionaria in Etiopia, mentre l’ultimo prete è don Gianluigi Buischio; c’è poi il seminarista Matteo Conte, che attualmente presta servizio nella parrocchia di Vigodarzere. «Resta presente una fede tradizionale – spiega don Emanuele – ma sono arrivate anche nuove famiglie e comunità di altri Paesi: rumene, moldave, cingalesi, marocchine. I figli frequentano il grest e alcune attività parrocchiali ma sicuramente i legami di un tempo, anche dopo il periodo del Covid, si sono allentati».
«Per quanto riguarda il mondo giovanile, anche qui come in altre realtà parrocchiali, troviamo un po’ di difficoltà, ma riusciamo ancora a offrire proposte formative: alcuni di loro partecipano ai campi scuola e ai cammini annuali. Il centro parrocchiale è ampio e accogliente, ristrutturato pochi anni fa, rappresenta un luogo di aggregazione, dove è attivo anche il circolo Noi con il bar».
Nella comunità è presente, inoltre, da novant’anni, la comunità di suore dimesse (oggi rimaste in tre) attive nell’ambito della scuola dell’infanzia; il parroco sottolinea i buoni rapporti in atto con loro, così come tra preti delle comunità. Con l’amministrazione comunale, ugualmente, il confronto e il dialogo sono proficui soprattutto sui temi della scuola, dei servizi sociali e della formazione per famiglie. Il paese si prepara inoltre, in questi giorni, ai festeggiamenti per la sagra dell’Addolorata, che si terrà dal 19 al 23 settembre.